Spari e tentato omicidio a Scavone, annullamento della condanna per Pirrone: nuovo giudizio
Per i legali, come già riferito nei precedenti gradi di giudizio, l'imputato non ebbe alcun ruolo nella vicenda del ferimento
Gela. L'accusa principale è di tentato omicidio, per il ferimento di un quarantenne, Antonio Fabio Argenti, che anni addietro venne raggiunto da colpi di arma da fuoco, tra le palazzine popolari di Scavone. I giudici della Corte di Cassazione hanno annullato, con rinvio alla Corte d'appello di Caltanissetta, la condanna a quattro anni di reclusione imposta al quarantenne Calogero Pirrone. Secondo gli investigatori, spalleggiò il sessantenne Luigi La Cognata, che avrebbe sparato ad Argenti. La Cognata è stato condannato in via definitiva. Pirrone, difeso dai legali Angelo Cafà e Floriana Cafà, si è invece rivolto ai giudici romani di Cassazione, che hanno accolto le ragioni difensive. Per i legali, come già riferito nei precedenti gradi di giudizio, l'imputato non ebbe alcun ruolo nella vicenda del ferimento. Erano già cadute le contestazioni relative alla disponibilità dell'arma e all'aggravante mafiosa, venuta meno pure per La Cognata. Secondo i difensori, i giudici di appello non avrebbero esaminato con la necessaria accuratezza il quadro generale emerso in primo grado e lo sviluppo dei fatti. Escludono la sussistenza del tentato omicidio. In primo grado, davanti al gup, in abbreviato, fu riconosciuta l’attenuante della provocazione. La Corte di Cassazione ha accolto, disponendo l'annullamento della condanna e il rinvio per un nuovo vaglio della Corte nissena.
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