Gela. Devono lasciare gli alloggi entro trenta giorni. Per i tecnici dell’ufficio casa del Comune, sono abusivi e non possono rimanere nelle abitazioni dello Iacp, dove attualmente vivono. Alcune famiglie risiedono negli stabili, a ridosso delle aree dove ieri il sindaco Lucio Greco e i tecnici del Comune hanno effettuato un sopralluogo, a seguito dell’ennesima denuncia sul degrado dell’intera zona. Negli ultimi giorni, sono sette i provvedimenti di sgombero emessi da Palazzo di Città. Nella quasi totalità dei casi, le richieste di regolarizzazione avanzate dagli occupanti sono state respinte e quindi gli alloggi toccano agli assegnatari, collocati nelle graduatorie. Gli ordini di sgombero sono soprattutto destinati ad occupanti che vivono nelle palazzine di via Osorno, via Lota, via Bogotà, via Rio de Janeiro e via Attica, tutte a Scavone. Ci sono ordinanze indirizzate anche a chi vive in via Artigiani, ad Albani Roccella, e in via Agrigento, a Villaggio Aldisio. Già sul finire dello scorso anno, molti altri provvedimenti di sgombero degli alloggi popolari vennero fatti notificare ad occupanti abusivi, che però chiesero di essere regolarizzati. I nuovi ordini di sgombero arrivano in una fase molto difficile, resa ancora più complessa dall’emergenza Covid.
Questa testata ha segnalato le condizioni estreme nelle quali si trovano a vivere molte famiglie che risiedono stabilmente negli alloggi Iacp di Scavone, tra aree colme di rifiuti e immobili strutturalmente molto precari. Condizioni che hanno spinto il sindaco a recarsi direttamente sul posto.
Ma scusate, e dove devono andare? Mantenete e ospitate i clandestini e buttate i cittadini italiani in mezzo alla strada? Che schifo di governo! Che schifo di mondo!
Legalita’ a Gela e’ un parolone…..le case (molte sorte nella zona nord di Gela)sono abusive…..molti venditori ambulanti sono abusivi…….palazzine popolari prese d’assalto da chi si sente piu’ malandrino dello stato e nega il diritto a chi rispetta la legge……ci vuole una svolta per gela o la citta’ e’ destinata a morire d’abusivismo
Facile parlare quando si ha dove dormire e quando non ci si mette faccia e nome.