Gela. I debiti contratti nella gestione delle aziende e il tentativo di rientrare. Fu proprio per questa ragione che l’ex titolare di alcune società, impegnate nella gestione di supermercati in città, si rivolse all’imprenditore Fabio Fasulo, ora a processo insieme a Virginie Bongiorno, Pietro Caruso, Cristian Ciubotaru e Lorenzo Li Calzi. Una fitta rete di soldi, assegni e presunti favori, che avrebbe dovuto ricondurre il titolare delle aziende ad uno stato finanziario non più precario. Invece, del suo gruppo non si salvò praticamente nulla. “Ricordo che Fasulo mi venne presentato all’Oasi club – ha spiegato in aula davanti al collegio penale del tribunale – in quel periodo, avevo già diversi problemi economici. Poi, lo contattai nel tentativo di estinguere le pendenze”. Come da lui stesso sostenuto, si sarebbe fidato ciecamente di quanto propostogli da Fasulo, che avrebbe dovuto ripianare debiti e pendenze. “Mi fece avere circa novantamila euro”, ha detto ancora. Lui stesso, però, avrebbe emesso assegni per almeno trecentomila euro. “Non sapevo a quanto ammontasse effettivamente il mio debito con l’erario – ha ammesso – dopo, venni a sapere che era comunque inferiore alle cifre che mi erano state indicate da Fasulo. Ad un certo punto, decisi anche io di autodenunciarmi. Capii che venivano commesse delle irregolarità. Un suo collaboratore mi disse che gli aveva chiesto di preparare un bilancio falso”.
Stando al racconto del testimone, Fasulo, ritenuto dagli investigatori la mente di un complesso sistema, sarebbe stato affiancato da persone di fiducia. “Nel suo studio, c’era sempre la segretaria che l’assisteva – ha continuato – e trovavo spesso un dipendente dell’Agenzia delle entrate e, credo, un ex carabiniere”. L’ex titolare dei supermercati ha risposto alle domande dei difensori di tutti gli imputati e del pubblico ministero. Proprio il difensore di Fabio Fasulo, l’avvocato Davide Limoncello, ha cercato di approfondire i rapporti economici che si erano instaurati, sottolineando come l’imprenditore, adesso a processo, vanterebbe ancora dei crediti nei confronti dell’allora titolare dei punti vendita. Gli altri difensori, gli avvocati Giovanni Lomonaco, Giusi Ialazzo, Flavio Sinatra, Angelo Cafà e Raffaela Nastasi, a loro volta, hanno ripercorso gli eventuali rapporti tra Fasulo, il testimone e i loro stessi assistiti. Tutti gli imputati vennero coinvolti nell’inchiesta “Spin off”, incentrata su un presunto “sistema” Fasulo e condotta dai militari della guardia di finanza e dai pm della procura.