Gela. Le accuse contestate dai magistrati della procura a loro carico sono pesanti: devono rispondere di usura, estorsione e rapina ai danni di una coppia di coniugi. Così, davanti al giudice dell’udienza preliminare Veronica Vaccaro si sta celebrando il procedimento a carico di due fratelli, Roberto e Gaetano Di Mattia.
Stando all’accusa, Roberto Di Mattia avrebbe prestato soldi ad usura all’uomo che l’ha successivamente denunciato: a lui, la presunta vittima sarebbe arrivato proprio attraverso Gaetano Di Mattia, funzionario di banca e suo ex collega.
Roberto Di Mattia venne arrestato dagli agenti di polizia del commissariato di via Zucchetto nel novembre dello scorso anno. Al fratello, invece, si arrivò dopo un’ulteriore attività d’indagine.
Lo stesso Roberto Di Mattia ha già chiesto, con il proprio legale, di poter essere giudicato tramite rito abbreviato. Un’analoga richiesta è stata formulata anche dall’avvocato Francesco Enia che, invece, difende Gaetano Di Mattia. In ogni caso, a decidere su quest’ultima richiesta non sarà più il giudice Veronica Vaccaro: il magistrato, infatti, ha sollevato la propria incompatibilità perché, durante l’attività d’indagine relativa ai due fratelli Di Mattia, ha emesso un provvedimento che autorizzava alcune intercettazioni telefoniche.
La coppia di coniugi travolta dal presunto giro d’usura, invece, è rappresentata dagli avvocati Giacomo Ventura e Filippo Spina. Solo Roberto Di Mattia deve rispondere, oltre che del reato di usura, anche di rapina ed estorsione.