Gela. Un presunto giro di false fatture per frodare il fisco, approfittando di alcune società finite nell’orbita del professionista Fabio Fasulo.
Le verifiche sulle aziende. Alla fine, però, è arrivata la prescrizione. Le accuse dei magistrati della procura venivano mosse nei confronti dello stesso Fasulo e di Bruno Zambon, Pietro Caruso, Roberta Bartolini, Francesco Pellegrino e Salvatrice Greco. In base alle verifiche effettuate dai militari della guardia di finanza, sarebbe emersa la presenza di aziende trasformate in vere e proprie cartiere, solo destinate quindi all’emissione di fatture per lavori e attività mai svolte. Fasulo, anche in aula, ha sempre respinto le accuse, sostenendo invece che quelle società avevano operato, anche a seguito di importanti commesse acquisite in giro per l’Italia. I fatti vennero accertati oramai dieci anni fa. Così, sia il giudice Miriam D’Amore sia il pm Pamela Cellura non hanno potuto fare altro che accogliere le richieste dei difensori. Quindi, processo chiuso per gli imputati. A rappresentarli sono stati gli avvocati Davide Limoncello, Flavio Sinatra, Giovanni Cannizzaro, Paola Carfì, Feliciana Ponzio e Egidio Alma.