Gela. Dalla borsa di un’infermiera avrebbero rubato oggetti personali e una carta bancomat, con tanto di codice pin. Sarebbe stato Gaetano Fiaccabrino ad utilizzare uno degli smartphone acquistati dopo il furto. E’ accusato di ricettazione. Dopo il furto, addebitato ad un altro uomo, già giudicato, vennero usate le somme sul conto della donna per una serie di spese. Abiti, acquisti in un supermercato e due smartphone, uno dei quali finito nella disponibilità dell’imputato. Tutto nell’arco di poche ore, con la donna che solo dopo essersi accorta del furto riuscì a bloccare il prelievo dalla carta. Fiaccabrino adesso per la ricettazione ne deve rispondere davanti al giudice Antonio Fiorenza. In aula, sono stati sentiti proprio la donna derubata e uno dei carabinieri che ha ricostruito i prelievi. Difeso dall’avvocato Paola Carfì, è finito a processo.
Il cerchio si strinse dopo l’analisi dei sistemi di videosorveglianza delle attività commerciali. L’infermiera, nonostante l’individuazione dei responsabili, non è però riuscita a riavere tutte le somme sottratte dal suo conto.