“Smart working”, davanti al gip i principali indagati ammettono spaccio: Curva’ si difende

 
0

Gela. In gran parte, nel pomeriggio, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere ma hanno voluto rilasciare dichiarazioni spontanee. Francesco Scicolone (difeso dal legale Rosario Prudenti) e Giacomo Tumminelli (rappresentato dall’avvocato Davide Limoncello), sono tra gli indagati principali nell’inchiesta “Smart working”. Le loro abitazioni vennero monitorate per diverso tempo dagli agenti di polizia. Tumminelli, davanti al gip, ha ammesso l’attività di vendita di sostanze stupefacenti ma ha anche voluto precisare che sta cercando di cambiare vita. Ha sottolineato che la moglie, Anna Maganuco (attualmente ai domiciliari), non ha nulla a che fare con lo spaccio. Scicolone, a sua volta, ha riferito che la consorte non avrebbe mai avuto alcun ruolo nell’affare della droga. Secondo i pm della procura e i poliziotti, nella zona del “Bastione” il riferimento per la droga sarebbe stato proprio Scicolone. Tumminelli invece era il punto di contatto tra le strade vicine alla sua residenza, in via Perugia. Antonino Raitano (difeso dall’avvocato Davide Limoncello), raggiunto da misura restrittiva, si è difeso. Ha ammesso episodi di spaccio nel periodo dell’inchiesta (tra 2020 e 2021) ma ha escluso di aver preso parte alla presunta compravendita di una partita di droga. I contatti con un presunto fornitore catanese li avrebbe giustificati solo per ragioni di conoscenza personale. L’etneo si sarebbe informato dopo aver saputo che Raitano era rimasto ferito da colpi di arma da fuoco (fatti finiti nell’indagine “Revenge”). Ha anche sottolineato di essere un consumatore di sostanze stupefacenti.

Ha voluto precisare la sua posizione, invece, Antonio Seca Curva’. Difeso dall’avvocato Nicoletta Cauchi, ha ribadito di non avere nessun collegamento con vicende di traffico o spaccio di droga. Lavora regolarmente e sarebbe solo un consumatore ma senza alcun bisogno di avere introiti da attività di vendita. La difesa ha sostenuto le sue ragioni, anche producendo documentazione. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere sia Giovanni Simone Alario sia Francesco Casco (rappresentanti dai legali Francesco Enia e Lia Comandatore). Giovanni Bonelli (con il legale Rosario Prudenti) ha parlato di contatti ma non direttamente legati alla droga, sempre rilasciando dichiarazioni spontanee. Due settimane fa era già stato arrestato per il possesso di cocaina, hashish e marijuana. Nell’inchiesta, raggiunti da custodia cautelare in carcere, sono coinvolti inoltre Ruben Raitano (per ora a Catania dove è ricoverato in ospedale per altre ragioni), Salvatore Azzarelli e Marco Ferrigno (rappresentato dall’avvocato Cristina Alfieri). È probabile che le difese si rivolgano ai giudici del riesame di Caltanissetta.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here