“Sistema acque reflue può partire”, l’appello: “Ci rivolgiamo al sindaco e a tutta la politica”

 
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Gela. Le campagne locali, come segnaliamo da tempo, sono nella morsa di una delle crisi più difficili da superare. La siccità e una cattiva gestione nella programmazione delle risorse idriche hanno determinato una condizione al limite. Gli operatori del settore, ancora una volta, senza dighe che possano dare continuità vera, guardano all’ultima spiaggia: il ciclo delle acque reflue. L’amministrazione comunale l’ha messo tra le priorità. Si è tenuto un incontro tra operatori locali. “Il progetto ha tutte le autorizzazioni e l’impianto all’interno di raffineria può partire da subito – spiega Liborio Scudera – però, c’è un costo da sostenere, di circa 800-900 mila euro. Sono somme, irrisorie per i bisogni dell’intero comparto locale, che servono agli interventi per la condotta, così da far pervenire le acque affinate nella vasca di Setterafine. Sarebbe una boccata d’ossigeno enorme per migliaia di aziende del territorio che altrimenti andranno verso il fallimento. Le istituzioni si facciano carico di questo costo”. Il sistema è quello realizzato dal gruppo privato Giardina. Serve solo l’ultimo passo, da ciò che emerge al termine dell’incontro avuto dagli agricoltori.

“Ci rivolgiamo alla politica, indipendentemente dal colore e dallo schieramento – aggiunge Scudera – stiamo leggendo che l’amministrazione ha posto le acque reflue tra le priorità. Allora, l’appello è al sindaco Di Stefano. Incontriamoci e mettiamo in atto questo sistema, facciamo in modo che possa fornire acqua alle nostre campagne che altrimenti moriranno definitivamente. Gli annunci non possono rimanere solo nei titoli dei giornali. C’è un settore economico intero che non può andare avanti senza questo tipo di intervento. Sappiamo che l’assessore Arancio sta seguendo la vicenda. Si può sbloccare tutto in tempi celeri, senza attendere mesi. I gruppi politici locali possono attivare tutti i loro riferimenti in Regione per dare un segnale concreto. Noi confidiamo in questo impegno”. Le dighe del territorio non riescono a soddisfare il bisogno d’acqua per la produzione agricola. Il ciclo delle acque affinate, ormai normato da una disciplina regionale, è l’appiglio al quale vogliono aggrapparsi gli imprenditori agricoli locali.

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