Gela. “Sempre più amareggiato”. E’ questa la sensazione prevalente che l’imprenditore Emilio Missuto si sente di esprimere, mentre è in sciopero della fame da più di due settimane. Il sit-in nell’area di parcheggio antistante palazzo di giustizia continua a mantenerlo. E’ sostenuto dai familiari che insieme a lui hanno portato avanti l’attività economica da anni in grave flessione per via di continue vicissitudini, a partire dai mancati pagamenti di enti pubblici per conto dei quali il gruppo ha lavorato. Missuto, come abbiamo riportato, ha chiesto di essere ricevuto dal prefetto di Caltanissetta e dalla procura locale. Mentre si trova impegnato ad ottenere risposte che negli anni non ci sono mai state, con una causa civile che si protrae da quasi un ventennio, deve patire pure i continui danni all’impianto di contrada Sabuci. Negli anni, sono state centinaia le denunce presentate ma ancora oggi i danneggiamenti e i furti si susseguono. Anche questa mattina, l’imprenditore ha sporto denuncia per un furto che pare sia stato messo a segno ad inizio settimana. La zona dell’impianto è assai isolata e i controlli non sono frequenti. Missuto non esclude un accanimento quasi finalizzato a lanciargli messaggi. “Penso a tutto, anche all’azione mafiosa”, sottolinea. Una parte del sito produttivo realizzato e gestito dall’azienda di famiglia è stata ceduta all’asta, secondo Missuto per un prezzo quasi irrisorio. “Subiamo furti che hanno come unico scopo quello di non farci lavorare”, aggiunge.
L’attività prosegue con le linee ancora nella disponibilità dell’imprenditore e dei suoi familiari. I danni però non si contano più e proseguire è sempre più difficile. “A volte, mi viene da pensare di lasciare tutto e andarmene via – conclude – è impossibile subire e basta”.