Gela. “Ci stanno distruggendo, anche moralmente. Le coltivazioni a pieno campo, nei territori di Gela e Niscemi, sono in fallimento”. Sono ancora più insistenti i sentimenti di rabbia, ma anche di rassegnazione, tra i produttori agricoli locali. L’interconnessione tra le dighe Cimia e Disueri è stata riattivata dopo mesi di fermo prolungato. L’acqua però viene invasata a ritmi, praticamente inconsistenti. “Si invasano dieci litri al secondo, con una portata massima che invece è di settecento litri al secondo. Noi agricoltori – torna a denunciare Liborio Scudera – stiamo perdendo tutto. Abbiamo lavorato per anni nei campi e ora ci fanno chiudere le aziende. Senza acqua, è impossibile andare avanti. Fino a qualche giorno fa, veniva ancora sversata in mare. La burocrazia regionale sta mettendo sul lastrico un intero comparto. Il dipartimento regionale non ha le competenze necessarie. Non conosce questo territorio. Non piove da due mesi e nel prosieguo sarà ancora peggio. Se l’acqua non viene invasata adesso, non ci sarà più alcuna speranza”. I produttori della città e quelli dell’associazione “Santa Maria” di Niscemi continuano a denunciare una situazione insostenibile e sono tornati a riunirsi.
“La politica è assente – aggiunge Scudera – stiamo aspettando la prossima campagna elettorale. Vogliamo capire se qualcuno avrà il coraggio di chiederci un sostegno. La protesta sarà plateale. Anche il presidente della Regione Nello Musumeci verrà contestato. Perché non sta facendo nulla? Il dipartimento regionale non è in grado di gestire la situazione delle dighe. Perché non interviene? Ci prendono in giro da mesi e i danni sono enormi”. Solo di recente, dopo circa quattro mesi, è stato ultimato l’intervento di riparazione dell’interconnessione tra le dighe Cimia e Disueri. Gli agricoltori, però, non riescono ad avere i quantitativi d’acqua necessari per portare avanti le loro attività. L’intero comparto è in crisi nera, in un territorio con una concentrazione di dighe, con pochi eguali. Risentono, però, di mancati interventi, al punto da essere ridotte ai minimi termini.