Gela. Se lo spiraglio, con il voto favorevole, in serata si è aperto per il debito fuori bilancio da oltre 180 mila euro, da destinare alla copertura dei costi già sostenuti per il canile della società nissena Ricara, si è invece alzato il muro dell’assise civica sul regolamento per la fornitura idrica alle utenze non coperte dalla rete. I consiglieri, in maniera bipartisan, si sono schierati contro l’evidente aumento della tariffa per le forniture tramite autobotti agli utenti non serviti. L’esborso, con il regolamento appena proposto e a causa di un mancato aggiornamento protrattto per anni, può arrivare fino alla soglia degli ottanta euro e i consiglieri non hanno voluto sviluppare alcuna discussione. Sia dai banchi dei pro-Greco sia da quelli del centrodestra, dei progressisti e dei civici, la linea è stata unanime; l’atto va rivisto e se necessario serve un confronto diretto con Caltaqua. In una città già piuttosto segnata dalle bollette d’oro per un servizio troppo spesso poco efficiente, il consiglio non ha voluto dare seguito al provvedimento portato in aula anche con un occhio particolare ai conti dell’ente comunale. L’amministrazione, in assenza del sindaco e dell’assessore al ramo, ha preferito non fare passi ufficiali come quello del ritiro.
Però, nel corso del voto sull’eventuale rinvio della seduta è venuto meno il numero legale e così si apre lo spazio per una nuova convocazione e per un periodo di riflessione che possa apportare migliorie al regolamento, che alle attuali condizioni è destinato al no dell’aula consiliare.