"Sfruttamento del lavoro" e "condizioni antisindacali": rinviati a giudizio i vertici di Ancr
L'indagine, a seguito di segnalazioni dei dipendenti, impiegati nei servizi di controllo nel sito locale Eni, fece emergere un quadro complessivo ritenuto grave
Gela. Per la procura, sono emersi tutti gli elementi di accusa per ritenere fondata l'ipotesi di sfruttamento del lavoro. A patirne le conseguenze sarebbero stati i dipendenti, almeno una ventina, dell'istituto di vigilanza privata Ancr. Gli allora vertici, Claudia Debole e Giuseppe Di Dio Ciantia, oltre alla stessa società, sono stati rinviati a giudizio. Dovranno risponderne davanti al giudice del tribunale, in dibattimento. La decisione è arrivata dal gup Serena Berenato che ha accolto le richieste avanzate dalla procura. L'indagine, a seguito di segnalazioni dei dipendenti, impiegati nei servizi di controllo nel sito locale Eni, fece emergere un quadro complessivo ritenuto grave. Le retribuzioni sarebbero state assolutamente non in linea con le ore di lavoro, assai maggiori rispetto alle spettanze finali. Le guardie giurate sarebbero state sottoposte a condizioni materiali di lavoro, al limite. Neanche i riposi sarebbero stati rispettati e la condotta degli imputati è stata indicata come “antisindacale”. I dipendenti, sulla base delle contestazioni, erano inoltre costretti a straordinari fino a dodici ore giornaliere, poi non retribuiti per come previsto dalla normativa. Sarebbero stati minacciati di licenziamento, nel caso di eventuali recriminazioni. Nel provvedimento che dispone il giudizio, si fa richiamo a condizioni da “sfruttamento”. I lavoratori si sono costituiti parti civili, con i legali Riccardo Balsamo e Liliana Bellardita. Hanno insistito per il rinvio a giudizio. Proprio attraverso l'avvocato Balsamo, la gran parte delle guardie giurate aveva sollevato il caso delle condizioni lavorative adottate da Ancr, durante l'esecuzione dell'appalto nel sito Eni. La difesa degli imputati, sostenuta dall'avvocato Antonino Grippaldi, si è opposta al rinvio a giudizio, escludendo irregolarità. La vicenda verrà valutata dal giudice, in dibattimento.
11.0°