Gela. Le questioni interne alla Dc locale, per ora sembra averle “sospese” e un’adesione ufficiale al partito non l’ha ancora formalizzata, non a caso. Il consigliere Gabriele Pellegrino, che nel centrodestra si è sempre rivisto, rimane però tra i più convinti che la mozione di sfiducia al sindaco Lucio Greco vada discussa, il prossimo 12 giugno, e votata favorevolmente. “Lo confermo – dice – io spero che la vicenda finanziaria possa essere risolta. Però, qualcuno forse sta tentando di spostare il problema. La mozione di sfiducia al sindaco nasce ben prima che venisse fuori la crisi finanziaria degli strumenti di bilancio. La mozione è stata presentata perché in quattro anni il sindaco e la sua amministrazione non sono riusciti a concretizzare neanche un punto del programma elettorale. Il fallimento è amministrativo e politico. La sua azione è inesistente. Di questo dobbiamo parlare in aula. Le firme non vanno ritirate”. Pellegrino era già stato molto chiaro in aula, nel corso della seduta del 2 maggio quando la mozione ha varcato la soglia del civico consesso e il dibattito è stato poi rinviato, con un voto piuttosto bipartisan ma con il centrodestra contrario. “La mozione va discussa senza nascondersi dietro alla crisi finanziaria – continua Pellegrino – è uno strumento democratico”. Il consigliere, durante la seduta di inizio mese, ha preso una direzione sicuramente controcorrente rispetto all’esponente cuffariano Vincenzo Cascino, che invece si è schierato per il rinvio. Tante cose dovranno essere chiarite tra le fila della Dc. Pellegrino, però, si sente pienamente inserito nel progetto di centrodestra, anche in vista delle prossime amministrative.
“Il centrodestra non deve farsi sopraffare dai personalismi – aggiunge – non bisogna commettere l’errore di quattro anni fa. L’unico interesse deve essere il bene della collettività. Se ci sarà questa prospettiva, sarò felice di sostenere la corsa. In caso contrario, mi occuperò solo del mio lavoro. Chi pensa che sia importante vincere adesso per poi perdere alle amministrative, sbaglia di grosso. Un tavolo di centrodestra può partire solo se tutti si porranno allo stesso livello, senza pretese e comunque riconoscendo il valore di ogni alleato”. Il consigliere e il suo gruppo, che fa riferimento all’ex parlamentare Ars Pino Federico, non sembrano intenzionati né a partire un passo dietro ad altri alleati né ad accettare ordini di scuderia che non corrispondano al loro giudizio, decisamente negativo, sull’attuale amministrazione Greco.