Gela. I dubbi non mancano in questo inizio d’anno e sono in continuità con quelli che hanno caratterizzato le ultime settimane amministrative di quello appena trascorso. Il sindaco Lucio Greco e la nuova giunta si muovono lungo il solco che dovrebbe condurli ad individuare soluzioni utili ad evitare il finale del dissesto. Da qualche tempo, prendendo le distanze da ogni iniziativa dell’amministrazione, il centrodestra ha focalizzato l’attenzione sulla possibilità di arrivare alla fine anticipata dell’esperienza del sindaco Greco. Gli esponenti di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, oltre al consigliere comunale Gabriele Pellegrino, sono convinti che il sindaco e i nuovi assessori non abbiano troppe vie di fuga e ritengono che sia meglio interrompere con anticipo questa scia amministrativa, nonostante il successivo commissariamento e i conti dell’ente ancora sottoposti a verifica. Negli ultimi giorni dell’anno, con le firme del consigliere meloniano Salvatore Scerra e con quelle dei forzisti Rosario Trainito e Carlo Romano, è sembrato che si potesse arrivare alle dieci necessarie a portare in aula la mozione. A quelle del centrodestra, infatti, bisogna sommare la firma del dem Gaetano Orlando. I vertici locali del Pd hanno confermato l’intenzione di sostenere la mozione, senza farne una questione strettamente politica. Però, i dieci potenziali sostenitori non sono più tali. Entro domani, era in programma di protocollare la mozione con tutte le firme necessarie. Tra le fila di Fratelli d’Italia, pare che il consigliere Giuseppe Caruso abbia scelto di non sostenere l’iniziativa. Aveva dato la disponibilità ma adesso avrebbe invece optato per non supportare la mozione. Senza quella del consigliere (che per ragioni lavorative non ha mai preso parte all’attività d’aula), la lista delle adesioni si riduce a nove, soglia non ancora sufficiente per calendarizzare la discussione sulla sfiducia. Ad oggi, la mozione era stata solo depositata alla presidenza del consiglio comunale, per metterla a disposizione di chi avesse voluto aderire. Non è stata ancora protocollata e serve almeno un’altra firma. Sul fronte del centrodestra, i cuffariani della Nuova Dc, come ha spiegato il coordinatore provinciale Natino Giannone, potrebbero valutare il sì alla sfiducia ma probabilmente solo nel corso di una discussione in aula consiliare. Giannone ha posto l’esigenza di un confronto di tutto il centrodestra. Il consigliere del partito Vincenzo Cascino non si è sbilanciato e non ha apposto alcuna firma.
E’ improbabile che la sfiducia possa annoverare le firme dei consiglieri di “Una Buona Idea”, che seppur fuoriusciti dalla maggioranza non sono convinti da una mozione che arriva in una fase molto delicata per gli equilibri finanziari del municipio e per le sorti immediate della città. Lo stesso vale per il fronte progressista (la grillina Virginia Farruggia, l’esponente di “Rinnova” Alessandra Ascia e l’indipendente di sinistra Paola Giudice), per nulla in linea con la soluzione della sfiducia, caldeggiata dal centrodestra e dal Pd. Senza le dieci firme, la sfiducia potrebbe essere “congelata”, in attesa degli eventi.