Gela. I vertici dell’Assemblea territoriale idrica, il commissario liquidatore dell’Ato Cl6 e i manager Caltaqua, negli scorsi giorni hanno annunciato di aver raggiunto l’intesa sugli incrementi tariffari per il servizio idrico, “ridotti del 4,2 per cento e con un conguaglio in favore degli utenti”. Sia il presidente Ati Massimiliano Conti che il commissario Ato Duilio Alongi hanno parlato di un’inversione di tendenza rispetto al recente passato. I componenti del Forum dei movimenti per l’acqua pubblica però sono molto critici, nonostante l’incontro avuto con Conti. Per il Forum, infatti, non c’è alcuna riduzione delle tariffe e riferendosi anche a quanto sostenuto dal sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino, vogliono invece “la verità”. “Noi del Forum – spiegano – chiediamo la verità sulle tariffe a partire dal 2013 ed anche sugli aumenti dal 2016 al 2019. Chiediamo la verifica per gli anni che vanno dal 2007 al 2010”. Dopo un’attenta verifica dei numeri e dei dati, hanno sempre sostenuto l’illegittimità dei costanti aumenti tariffari, che pesano ancora di più in una città come Gela dove l’acqua è spesso un privilegio per pochi. “Bisogna evidenziare che i blocchi sono rimasti in vigore fino al 2019 ma andavano aggiornati fin dal 2012, secondo la delibera dell’Aeeg. La tariffa fissa a 60 euro il canone a contatore, inserito nel 2008, ma non previsto contrattualmente. Doveva essere mantenuto per due anni – spiegano dal Forum – così da permettere la sostituzione dei contatori vetusti, mentre è lievitato fino a raggiungere 97,48 euro nel 2018, poi rettificato dall’Arera a 55,05 euro, in quanto non poteva superare il 20 per cento del totale. Migliaia di utenti e condomini hanno pagato principalmente a tariffa fissa e non a metri cubi”. Gli incrementi appena varati dall’Ato Cl6, come più volte capitato negli anni, sono stati definiti da un commissario e coprono il periodo fino al 2023. Il Forum attende ancora che la nuova Assemblea territoriale idrica assuma piene funzioni, per decretare anche le tariffe, cosa che ad oggi non è mai avvenuta. “Ci vogliono regole semplici per la determinazione delle tariffe e chiediamo all’Arera una risposta alle 11.000 istanze presentate dai cittadini nisseni sul caro canone – aggiungono – Caltaqua e l’Ato hanno disatteso le delibere dall’Autorità. Il metodo tariffario normalizzato andava applicato fino al 2011. Con la delibera 585/2012, per il periodo 2012/2013, entrava in vigore il metodo tariffario transitorio. Con la delibera 643/2013, per il periodo 2014/2015, entra in vigore il metodo tariffario idrico. Con quella 664/2015 entra in vigore il metodo tariffario 2 per il periodo 2016-2019. Con delibera 580/2019 e successive modifiche entra in vigore il metodo tariffario 3 per il periodo 2020/2023. Il metodo tariffario normalizzato, in vigore fino al 2011, basa il sistema sul principio che l’incremento tariffario annuale debba essere effettuato sulla scorta di un piano di investimenti finalizzato all’incremento degli standard qualitativi e quantitativi del servizio e al recupero di efficienza e efficacia da parte del gestore. Il parametro dell’incremento della tariffa tiene conto degli obiettivi in termini di efficienza e raggiungimento degli standard di servizio. Nell’arco temporale di cinque anni non abbiamo avuto acqua h24 e con la nuova convenzione del 2016 si fa riferimento alla continuità del servizio. L’acqua si è rivelata non potabile o comunque non conforme agli standard previsti. Sono mancati gli investimenti inseriti nel Piano d’ambito. Fino al 2018 il quarto blocco era stato aumentato del 153 per cento e le tariffe venivano aumentate in base a quella dell’anno precedente, senza osservare il dettato dell’articolo 154 del Dlgs 152/2006, che stabilisce quali costi contribuiscono a formare la tariffa”.
Il Forum, che insiste per lo scioglimento del contratto con Caltaqua, come deciso un anno fa dalla commissione tecnica, ritiene imprescindibile assicurare un risarcimento agli utenti. “I cittadini hanno diritto a ricevere un risarcimento cospicuo per un servizio reso inefficiente – concludono – che ha procurato un danno economico ed alla salute pubblica in seguito alla mancata depurazione delle acque reflue e in assenza di manutenzione e messa in funzione dei depuratori, come relazionato dagli organi preposti, fino a sfociare in procedimenti penali”. Il Forum fa capire che anche il nuovo corso dell’Ati sarà chiamato ad una svolta, che ad oggi non sembra affatto a portata di mano. Il sindaco Lucio Greco di recente ha bollato il servizio idrico in città come “il peggior d’Italia e con le tariffe più alte”.