Gela. Sono stati impugnati tutti gli atti, compresa la delibera della giunta Musumeci dello scorso febbraio e il provvedimento di giugno del Dipartimento acqua e rifiuti, attraverso i quali la Regione ha assegnato all’Assemblea territoriale idrica ogni competenza sull’attuazione degli investimenti. Sono stati i legali di Caltaqua a rivolgersi ai giudici del Tar Palermo, chiedendone l’annullamento. Con il ricorso, adesso comprensivo anche di motivi aggiunti, i legali dell’azienda italo-spagnola fanno leva su un passaggio di consegne, tra l’Ato Cl6 e la nuova Ati, che non si è ancora concretizzato, rallentando l’iter di investimenti, che raggiungono somme fino a sessanta milioni di euro. Il presidente dell’Ati, il sindaco di Niscemi Massimiliano Conti, anche di recente ha spiegato che tutta la procedura è al vaglio dell’Autorità idrica toscana, che sta coadiuvando l’Assemblea in quest’ultima fase prima del definitivo passaggio. Per i legali di Caltaqua, i decreti di finanziamento potevano già essere sbloccati con l’Ato, senza attendere il subentro dell’Assemblea territoriale. E’ stata chiesta la sospensiva dei provvedimenti impugnati. L’azienda italo-spagnola ha agito nei confronti della Regione (che si è costituita), ma anche dell’Ato, dell’Ati e di tutti i Comuni dell’ambito, compreso quello di Gela (non costituiti nel procedimento). I giudici del Tar hanno scelto di non pronunciarsi sulla sospensiva, ma di fissare direttamente l’udienza di trattazione nel merito, che si terrà a marzo del prossimo anno. I vertici dell’Ati puntano a chiudere in tempi stretti il passaggio. L’iter si è rivelato molto complesso anche a causa di pendenze che gravano sui rapporti tra Ato Cl6 e Caltaqua.
Da più parti, inoltre, si attende che la nuova Ati possa assumere decisioni sul futuro del contratto e sull’eventuale ritorno ad una gestione pubblica di un servizio idrico, che in città viene ricordato solo per tariffe “d’oro” e acqua con il contagocce.
