Gela. E’ stato ucciso lo scorso dicembre, a pochi passi dalla chiesa Madre. I magistrati della Dda verificano le piste investigative. A freddare il cinquantaseienne Domenico Sequino sarebbero stati due killer. Hanno agito nel cuore del centro storico, sparandogli alle spalle. Caschi integrali e velocità nell’esecuzione. Sono diverse le piste investigative che vengono tenute aperte dagli inquirenti. Gli approfondimenti vennero avviati dai magistrati della procura. Adesso, però, il caso viene valutato dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta. Atti d’indagine e verifiche vengono coordinati dal pubblico ministero Luigi Leghissa. E’ con il magistrato che continuano a confrontarsi gli investigatori, a partire dai carabinieri del reparto territoriale e del nucleo investigativo. Le indagini partirono subito dopo l’esecuzione in centro storico. Il tassista ucciso, dopo essere stato coinvolto, in passato, in due indagini, non aveva più avuto problemi con la giustizia. A preoccupare da subito furono le modalità dell’omicidio, un vero e proprio agguato scattato quando piazza Umberto e le zone limitrofe erano ancora colme di passanti e clienti dei negozi della zona. Per Sequino non ci fu scampo. Da allora, anche la famiglia cerca rispose nel tentativo di comprendere le ragioni dell’omicidio. Non a caso, è stato subito nominato un legale di riferimento, l’avvocato Salvo Macrì, che assiste i familiari del cinquantaseienne ucciso. Le attività d’indagine sono in corso e, adesso, la Dda nissena valuterà le diverse piste aperte.