Gela. L’indagine che ha portato al sequestro dell’impianto di compostaggio dell’Ato Cl2 in liquidazione, a Brucazzi, è in corso. Il gip, a fine luglio, ha disposto anche il sequestro della società d’ambito, ora affidata a due amministratori giudiziari. Secondo gli inquirenti, ci sarebbero state irregolarità nella tenuta di quattro vasche per la raccolta di percolato, con sversamenti. L’ipotesi è di danni anche ambientali. Già nei mesi precedenti al sequestro ci furono sopralluoghi di tecnici Arpa e dei carabinieri del Noe. Il commissario liquidatore Ato dispose interventi d’urgenza per la messa in sicurezza delle vasche, che pare non risultassero dalla documentazione al momento del passaggio di consegne dalla precedente gestione. I lavori di messa in sicurezza, ad aprile, erano stati affidati alla stessa società che già si occupava dell’impianto di compostaggio. La scorsa settimana, gli amministratori giudiziari, intanto subentrati alla guida dell’Ato rifiuti, hanno invece deciso di agire. Ci sarebbero possibili inadempimenti proprio della società che si è occupata della messa in sicurezza.
Dagli elementi emersi, anche rispetto ai fatti valutati nell’inchiesta della procura sullo sversamento di percolato, sarebbe emersa la “responsabilità materiale di un dipendente” della società che aveva ottenuto l’affidamento per le vasche “nello svolgimento del proprio lavoro”. La società, secondo la disamina degli amministratori giudiziari Ato, sarebbe inadempiente inoltre per non aver provveduto a presentare la polizza assicurativa a garanzia e non ci sarebbero stati interventi “al fine di ripristinare i luoghi nello stato di origine o eliminare il danno ambientale cagionato”. Così, con un loro provvedimento, gli amministratori giudiziari Blancato e Vagliasindi hanno affidato un incarico legale per “tutelare ogni diritto di Ato Cl2, in termini di danni, responsabilità ed immagine della spa”.
