Senza un tetto e senza lavoro, fermato lo sfratto a Scavone: alloggio requisito

 
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Gela. L’ordinanza che gli imponeva di lasciare l’alloggio dello Iacp abusivamente occupato risale a tre anni fa. Le condizioni economiche della sua famiglia, però, hanno fatto fare una mezza marcia indietro.

Con tre figli a carico, una moglie, il lavoro che non c’è, se non saltuario, e gli assistenti sociali del comune che seguono il caso del disoccupato: dal municipio è partito lo stop allo sfratto. In sostanza, l’ente ha addirittura requisito l’abitazione di via Rio de Janeiro, in contrada Scavone, gestito dall’Istituto autonomo case popolari, per consentire alla famiglia di viverci in attesa d’individuare una soluzione alternativa.
La requisizione è scattata anche a seguito del fatto che l’alloggio era del tutto disabitato prima che la famiglia finita al centro dell’attenzione decidesse di occuparlo. Nelle scorse settimane, è arrivato il sì anche delle assistenti sociali del comune.
Senza quell’alloggio, infatti, la famiglia si sarebbe trovata senza un tetto, non avendo altre possibilità economiche o abitative. Il periodo di requisizione dell’immobile è stato prorogato per altri sei mesi.

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