Senza acqua campagne in crisi profonda, “vanno ripristinate le dighe”: bacini all’anno zero

 
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Gela. La crisi idrica, come abbiamo più volte riportato, non si sta abbattendo solo sulla città. Le campagne sono un’altra frontiera dell’emergenza, ancor più vasta. Con l’estate e le temperature elevate, la situazione generale assume tratti di disperazione per tanti operatori del settore e per le loro aziende, costrette ad andare avanti a scartamento ridotto e con molteplici punti interrogativi rispetto al prosieguo delle attività. Il monito è chiaro, “non basta invocare le piogge come fanno tanti politici”. Senza interventi complessivi per le dighe del territorio, anche l’acqua piovana servirà a ben poco. Le dighe sono al palo da anni e gli agricoltori locali l’allarme lo avevano lanciato in tempi non sospetti. I fondi del “Patto per il sud”, destinati proprio alle dighe, non si sa che fine abbiano fatto. Cimia, uno dei pochi bacini ancora capaci di irregimentare certi volumi d’acqua, è ridotta ad un massimo di un milione e mezzo di metri cubi. Una riduzione drastica, “un vero e proprio azzeramento”, fanno sapere gli operatori del territorio. La prossima settimana dovrebbe tenersi l’incontro in prefettura richiesto dall’associazione “Santa Maria”, che mette insieme produttori niscemesi e gelesi. Le campagne sono la punta estrema del collasso dovuto all’assenza di risorse idriche. Per molti, l’inizio della fine si determinò quando in Regione si decise che la competenza sulle dighe sarebbe passata dai Consorzi di bonifica al dipartimento. A livello locale, neanche l’interconnessione Disueri-Cimia sta assicurando risultati.

Il tratto è praticamente fuori uso quasi a tempo indeterminato e Disueri è un altro bacino che ha enormi problemi di tenuta, con l’acqua che costantemente viene sversata in mare, davanti agli occhi di agricoltori che non riescono più a portare avanti le loro produzioni, proprio per la totale assenza di afflusso idrico. Gli operatori locali attendono di capire se la nuova amministrazione comunale aprirà un dialogo costante. Il sistema delle acque reflue potrebbe essere un primo punto di partenza.

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