Sembra un posto come tanti, il Convento dei Cappuccini di Caltanissetta custodisce una storia sorprendente

A Caltanissetta, il Convento dei Cappuccini in Contrada Xiboli custodisce una storia sorprendente dal 1540: scopri i suoi segreti!

A cura di Redazione
27 luglio 2025 15:00
Sembra un posto come tanti, il Convento dei Cappuccini di Caltanissetta custodisce una storia sorprendente - Foto: OppidumNissenae|A. Scimone - Caltanissetta Lions Club/Wikipedia
Foto: OppidumNissenae|A. Scimone - Caltanissetta Lions Club/Wikipedia
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Nel 1540, a pochi chilometri da Caltanissetta, sorse il Convento dei Cappuccini in Contrada Xiboli, il quarto in Sicilia dopo Palermo, Polizzi e Castronovo. Fondato grazie alle elemosine del popolo e al sostegno dei Giurati, il convento è un capolavoro di architettura religiosa e sociale, costruito accanto a una sorgente sorgiva che alimentava un abbeveratoio ancora visibile oggi.

La nascita, l’abbandono e la trasformazione industriale

Il complesso, ultimato nel 1549, venne soprannominato “luogo vecchio” quando, sul finire del secolo, i frati si trasferirono in Contrada Pigni per sfuggire all’insalubrità del sito originario e avvicinarsi alla città. Per ben 260 anni l’antico convento restò abbandonato fino al 1859, quando Salvatore Averna lo acquistò per trasformarlo nella sede della distilleria Averna e in parte in residenza della sua famiglia. La scelta fu epocale: la pianta curvilinea lungo via Xiboli, ancora oggi visibile, riprende l’andamento della strada pubblica e rimane l’unico elemento superstite dell’architettura monastica originaria.

Curiosità

Originariamente dotato di una “selva” (giardino e orto), grazie all’acquisto delle aree circostanti da parte dei Giurati, il convento sfruttava una sorgente naturale che alimentava un abbeveratoio pubblico. Questa scelta non fu casuale: la presenza dell’acqua rendeva il sito autonomo e vitale, garantendo la sopravvivenza dei frati.
Oggi restano solo tracce delle fondazioni, ma il tracciato curvilineo, l’area verde e la prossimità alla fonte scolpita nella roccia raccontano ancora quella logica funzionale e spirituale.

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