Gela. Un “arcobaleno” politico che si staglia in un cielo piuttosto perturbato. Potrebbe essere una sintesi dell’attuale stato della maggioranza del sindaco Lucio Greco. L’emergenza sanitaria non ha prodotto quella convergenza solidaristica, che forse qualcuno si attendeva. Difficoltà ce ne sono e non tutti vogliono tatticamente nasconderle, anzi. A parlare in maniera piuttosto diretta è il segretario cittadino del Pd Peppe Di Cristina. Prendendo al balzo la vicenda dei 33 milioni di euro del Patto per il Sud, fa subito capire di credere poco alle rassicurazioni arrivate ieri dall’assessore regionale Udc Mimmo Turano e dai suoi referenti locali, che fanno parte della stessa maggioranza dei democratici, a sostegno del sindaco Greco. “Se i soldi ci sono, come ha spiegato Turano – dice Di Cristina – allora, potrebbe assegnare a Catania e Siracusa quelli che arriveranno dai ribassi delle gare bandite dall’assessorato alle infrastrutture, come lui stesso ha detto, mentre a Gela potrebbe riassegnare i 33 milioni di euro che ci spettano e che non si capisce perché siano stati tagliati, dato che la scadenza per la presentazione dei progetti è fissata al 2021. Se sono così sicuri, perché non lo fanno? Basta riassegnare a Gela e Termini Imerese i soldi che erano stati stanziati dal governo regionale del Pd”. Il segretario democratico lancia subito la prima provocazione e lo fa rivolgendosi all’Udc, che da inizio anno ha detto sì a Greco, ma che fino ad oggi non ha riscosso grandi consensi tra gli alleati, soprattutto a causa della vicenda dei 33 milioni di euro del “Patto per il Sud”. I pro-Greco hanno un lungo elenco di conti politici rimasti in sospeso e lo si è compreso piuttosto bene. Negli ultimi giorni il sindaco ha dovuto dare risposte sugli incarichi legali affidati alla nipote, ma nessuno sembra aver dimenticato la tensione salita alle stelle nella vicenda Ghelas. I dem e l’amministratore della municipalizzata Francesco Trainito non si sono mai amati ed è piuttosto noto che si muovano su terreni politici non certo confinanti. L’imprenditore, criticato da una parte della maggioranza, ha fatto intendere che ci sarebbero finalità elettoralistiche, richiamando possibili interessi di gruppi come il Pd o i civici di “Una Buona Idea”. “Non mi occupo della Ghelas – spiega Di Cristina – non sono stato consultato quando si è provveduto alla nomina del manager e di certo non interverrò adesso. C’è un rapporto fiduciario tra l’amministratore e il sindaco. Ghelas dovrebbe occuparsi del verde e di rendere pulita la città. Non dovrebbe entrare in vicende politiche. Ho condiviso il fatto che il sindaco abbia dichiarato che darà sempre priorità alla coalizione. Spero che tutti l’abbiamo compreso”. Entro i prossimi mesi, sarà proprio Di Cristina a mettersi alla guida del partito provinciale.
E’ quasi scontato che toccherà a lui gestire un Pd che sul territorio vuole affrancarsi definitivamente dal passato e cercare di arrivare a numeri importanti. Sembra anticipare uno dei possibili cardini della sua linea. “Ormai il dialogo con il Movimento cinquestelle non deve essere un tabù – aggiunge – già in vista delle prossime amministrative, ci sono le condizioni per imbastire un rapporto, sul modello del governo nazionale”. Una direttiva che indirizza al partito ma che potrebbe trovare sponde nella coalizione del sindaco, che ultimamente non disdegna per nulla la collaborazione con i grillini. E’ chiaro che la politica, almeno quella strettamente intesa, in questo periodo ha lasciato spazio all’emergenza e alle “ricette” per la ripresa. Di Cristina ha però intuito che non tutto quadra. “Condividiamo le misure varate dall’amministrazione comunale – conclude – ma sappiamo che c’è l’enorme problema della crisi delle piccole imprese e dei commercianti. L’amministrazione comunale non può fare molto ma è essenziale disporre delle risorse minerarie, creando un fondo dal quale poter attingere. Sappiamo che ancora i soldi annunciati dalla Regione non si sono visti, un’altra conferma dell’inadeguatezza dell’esperienza Musumeci, in assoluto il peggiore presidente della Regione di sempre”. Di Cristina non fa le barricate per dichiarare guerra politica a Greco, ma si intuisce che i dem chiederanno nuovamente che qualcosa possa cambiare negli assetti amministrativi dettati dall’avvocato.
Campagna elettorale e presa per i fondelli, dopo speziale, arancio, adesso di Cristina. La gente vi ha già conosciuto , ora finitila di prenderci in giro. Siamo grandi e vaccinati….anche contro il Corana virus.