Gela. Dopo diversi anni dai primi ritrovamenti, la soprintendenza di Caltanissetta ha mosso un passo formale. L’area archeologica di via Romagnoli, a Caposoprano, verrà sottoposta a vincolo. L’iter è stato appena ufficializzato dal soprintendente Daniela Vullo. Durante attività legate anche alla realizzazione di villette residenziali, emerse un complesso termale di età ellenistica. Dagli accertamenti condotti, si tratta di “un complesso che presenta grande rilevanza archeologica sia per la tipologia costruttiva sia per la rarità, in Sicilia, della sua pregevole decorazione musiva”, così scrivono i tecnici della soprintendenza nissena. L’avvio della procedura per la sottoposizione a vincolo dell’area è stato comunicato al sindaco Lucio Greco, oltre che ai proprietari. Il fatto che risultasse ancora area privata ha generato, lo scorso febbraio, il taglio del finanziamento da 100 mila euro che la Regione avrebbe dovuto assicurare per gli scavi, attraverso il programma di investimenti del “Patto per il Sud”. Il soprintendente Vullo adesso ha affidato l’intera procedura al dirigente Carla Guzzone.
Durante i sopralluoghi e le prime attività, venne alla luce anche un mosaico figurato a ciottoli, che rafforza l’importanza archeologica di un’area, dove nel tempo sono stati realizzati diversi complessi abitativi privati. Nel tentativo di tutelare ciò che è già stato scoperto, con l’avvio della procedura di sottoposizione a vincolo si vieta ogni attività che possa danneggiare i reperti, comprese quelle di movimento terra e sbancamento. Dopo la notizia del definanziamento, l’ex assessore Francesco Salinitro aveva spiegato che c’era stata, durante il periodo dell’amministrazione Messinese, un’interlocuzione per consentire il passaggio dell’area al Comune, ipotizzando comunque che anche gli scavi potessero riprendere. L’ultima parola sul vincolo spetterà poi alla Regione.
