Gela. Con gravi patologie, avevano bisogno di trasfusioni di sangue. Un professionista sessantottenne e una casalinga cinquantunenne (entrambi di Gela), però, non sono riusciti ad evitare la morte, che sarebe stata favorita dal sangue infetto delle trasfusioni. Le sacche di plasma, così come accertato dai giudici civili, erano infette dal virus dell’epatite C.
Ai familiari, adesso, è stato riconosciuto un risarcimento da oltre un milione di euro. La condanna al pagamento è stata imposta al Ministero della salute, dopo la chiamata in giudizio. Ci sarebbero state gravi responsabilità in quelle procedure. L’azione è stata avviata dai familiari, che sono stati rappresentati dagli avvocati Ermanno Zancla e Chiara Carlozzo.