Gela. Ha riunito diversi aderenti al laboratorio politico “Progressisti e rinnovatori” per denunciare che il “Salva Sicilia” firmato dal presidente della Regione Renato Schifani di fatto “affonda la Sicilia”. L’ex parlamentare regionale Miguel Donegani contesta un’intesa, su base nazionale, che concede duecento milioni di euro alla Sicilia “ma rinunciando a nove miliardi”. “In quei nove miliardi ci sono le compensazioni dovute a Gela, ci sono i servizi essenziali e le bonifiche che spettano alla città”, ha aggiunto. Nelle scorse ore, in commissione bilancio all’Ars è stato bloccato il provvedimento di variazione per introitare i duecento milioni di euro. “È stato un patto scellerato quello tra Schifani e il governo nazionale – ha aggiunto Donegani – come si fa a rinunciare ad un totale di crediti di circa nove miliardi a fronte di duecento milioni di euro? Di questo si dovrebbe occupare anche la politica locale, impegnata invece a decidere assessorati”. Il laboratorio ha chiesto un incontro alle commissioni competenti all’Ars. A Palazzo di Città, in queste settimane, si cercano soluzioni per evitare il dissesto.
“Il sindaco – ha voluto precisare Donegani – sbaglia a chiedere un aiuto alla Regione. La legge salva Gela la deve assicurare il governo nazionale e non certo quello regionale che già naviga a vista con i propri conti”. Il laboratorio politico inoltre ha preso posizione anche contro l’autonomia differenziata, sulla quale spinge il governo nazionale. “Sarebbe la fine per la Sicilia e per territori come questo, che ha già pagato un prezzo altissimo – ha continuato – non si prevedono neanche i livelli essenziali di presentazione. I diritti e i servizi non possono essere territorializzati”.