“Salva Gela” o svincolo royalties, Di Stefano sintetizza la strategia in una nota per i parlamentari

 
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Il sindaco Terenziano Di Stefano

Gela. Quella che è stata ribattezzata “Salva Gela”, una proposta per avere un fondo economico dal governo che permetta di coprire i debiti pregressi, ma anche lo sblocco delle somme derivanti dalle royalties incassate dal Comune e attualmente vincolate, continuano ad essere i capisaldi della strategia imbastita dal sindaco Di Stefano, nel tentativo di superare prima possibile il dissesto. Sono punti sintetizzati in una nota che il primo cittadino indirizzerà a tutta la deputazione locale, su ogni livello. Ha individuato la prima settimana di dicembre per incontrare i parlamentari e sottoporgli le richieste da portare avanti, a Roma così come a Palermo. Come ha sempre ribadito, non ne fa una questione di appartenenza politica. A suo avviso, la città, nel tempo, ha dato molto in termini di produzione e di danni al territorio. Oggi, trovandosi in dissesto, dovrebbe ricevere almeno un fondo consistente, fino a quindici milioni di euro, da concentrare sul pagamento della massa debitoria, imprescindibile nel percorso per mettersi alle spalle un’emergenza che si fa sentire quotidianamente nella gestione pure dei servizi minimi. Dai parlamentari, sia da quelli alleati sia da quelli all’opposizione, attende riscontri concreti. Se non dovesse maturare l’opzione “Salva Gela”, con una potenziale norma ad hoc per uno stanziamento di peso, allora per Di Stefano sarebbe del tutto ragionevole permettere lo sblocco di circa nove milioni di euro, incassati come royalties per le attività estrattive ma per ora vincolati. Con un via libera istituzionale, queste somme potrebbero coprire i debiti maturati fino al 2021 e ricostruiti dalla commissione straordinaria di liquidazione.

“Coinvolgerò tutti – sottolinea il sindaco –pure per avere consigli su come strutturare la richiesta da trasmettere nelle sedi competenti o per nuove idee. Sono pronto a qualsiasi tipo di suggerimento. Non può esserci solo la lamentela”.

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