Gela. Se ne riparlerà a fine febbraio. Il gup Roberto Riggio ha accolto la richiesta di rinvio avanzata per l’improvvisa indisponibilità di uno dei legali di difesa. Il procedimento è quello scaturito dall’inchiesta su presunte violazioni della normativa in materia di royalties estrattive. Secondo i pm della procura e la guardia di finanza, in municipio, almeno nel periodo tra 2015 e 2019, i fondi royalties versati dalle compagnie del settore sarebbero stati concentrati solo a copertura della mole dei debiti fuori bilancio, eludendo la disciplina che li destina ad interventi per lo sviluppo del territorio. Uno spaccato che ancora adesso tiene banco a Palazzo di Città, dove è stato ufficializzato il dissesto, con tutte le conseguenze del caso. L’Ars ha rilasciato una norma in tal senso che esenta temporaneamente dal rispetto della destinazione vincolata, soprattutto per enti in crisi finanziaria come quello locale. Le contestazioni vengono mosse all’attuale sindaco Lucio Greco, al suo predecessore Domenico Messinese e all’ex commissario Rosario Arena. Ci sono gli ex assessori che si occuparono del settore bilancio e di quello dell’ambiente, Fabrizio Morello, Grazia Robilatte e Danilo Giordano. Nel procedimento, l’ex dirigente del settore finanziario Alberto Depetro che lasciò il Comune sul finire dello scorso anno quando iniziava a maturare una crisi decisamente pesante. Per la procura, gli stanziamenti dalle royalties sarebbero stati usati per “la spesa corrente” e “a copertura di rilevanti debiti fuori bilancio”. Sotto esame sono finiti i rendiconti approvati per gli esercizi finanziari dal 2015 e fino al 2019.
Difese e imputati escludono irregolarità contabili e penali. In questo fine anno, sempre l’Ars si pronuncierà sulla norma, inserita in finanziaria, che permette ai Comuni costieri di ottenere royalties dai progetti in mare, a partire da quello per il gas “Argo-Cassiopea”. Tra gli imputati pure i professionisti che negli anni ricoprirono incarichi nel collegio dei revisori dell’ente comunale. Per la procura, avrebbero avallato il mancato rispetto “del vincolo di destinazione delle royalties”. Si tratta di Maria Assunta Cattuto, Graziano Ponzio, Salvatore Corso, Carmela Ficara, Giuseppe Nicoletti e Pietro Gioviale. I pm hanno depositato ulteriori atti legati alle dichiarazioni rilasciate, nell’ultimo periodo, dall’ex segretario generale, che ricoprì anche l’incarico di dirigente al bilancio, e dal presidente del collegio dei revisori. Anche questo aspetto è al vaglio delle difese. In aula, per l’avvio vero e proprio del procedimento, si tornerà a fine febbraio. Gli imputati sono rappresentati dai legali Flavio Sinatra, Antonio Gagliano, Salvo Macrì, Davide Ancona, Gualtiero Cataldo, Maria Platania, Venere Salafia, Sandra Amarù e Antonio Palmieri.