Gela. Non un “tilt” politico, tutto interno alla maggioranza, ma invece responsabilità della “lentocrazia” e di “una macchina burocratica che va spesso in contraddizione”. Parola dell’assessore Grazia Robilatte, in giunta con l’avallo del Pd, che nel corso della fatidica seduta dell’assise civica dello scorso giovedì è finita sotto le bordate che le sono arrivate, soprattutto dai banchi di opposizione. L’assessore, che ha deleghe pesanti, compresa quella ai rifiuti, è stata tacciata di “incompetenza”. Lei, per tutta risposta, andando probabilmente in controtendenza, almeno rispetto al sindaco, spiega che in realtà la proroga del contratto Ghelas andava semplicemente ratificata in giunta, senza passare dalle Forche Caudine dell’aula consiliare. “L’amministrazione, presumo, ha sottovalutato i tempi necessari per proporre l’atto, ma solo perché ritenendolo inizialmente di proroga quindi un atto dirigenziale o al massimo di giunta, avrebbe avuto tempi di delibera sicuramente inferiori a quelli del consiglio – dice – pur non essendo l’assessore al ramo, insieme al vicesindaco, ho sollecitato l’atto che il dirigente indicava di competenza del consiglio comunale, poiché si trattava di nuovo affidamento e non di proroga. Questa interpretazione, l’abbiamo condivisa non perché non volessimo votare l’atto in giunta, ma rifacendoci alla versione del dirigente. Cosa abbia poi indotto lo stesso dirigente a cambiare idea, considerandolo un atto di proroga tecnica e andando in piena contraddizione, non lo so e lo chiederò in modo ufficiale”. Di certo, la situazione è sfuggita di mano, non solo all’amministrazione ma anche alla maggioranza, andata clamorosamente sotto. “Nessuna idea confusa, l’atto così scritto non andava bene e destava dubbi e bisognava rivederlo, il perché si sia insistito dovete chiederlo a coloro che l’hanno sostenuto – continua perplessa rispetto alle mosse dirigenziali – non ho avuto problemi a condividere le riflessioni dell’opposizione che oggi strumentalmente mi attacca. L’atto, essendo di proroga, doveva essere votato dalla giunta. Questa è stata la mia posizione in aula, conseguenza del mio essere coerente prima di ogni cosa”. L’esponente dem, inoltre, esclude di essere politicamente isolata, dato che anche il capogruppo del suo stesso partito, al momento del voto finale, non era in aula.
“Gli undici consiglieri di maggioranza, tutti, mi hanno sostenuto, altro che lasciata in balia di me stessa. Hanno apprezzato la chiarezza e la schiettezza. E’ stato deciso di votare l’atto, con grande senso di responsabilità per il futuro della Ghelas, appoggiati da un’opposizione che non ha fatto saltare il numero legale – spiega ancora – Come mi si può dare dell’incompetente e nel contempo astenersi al voto per le stesse motivazioni che io ho sostenuto in aula? Politicamente, il Pd non si è mai tirato indietro e ha appoggiato sempre gli atti della giunta, lo ha fatto per il consuntivo e l’ha fatto anche giovedì”. L’assessore si sente sicura dell’azione fin qui svolta e dell’appoggio del suo partito e anzi si rivolge a Greco. “La lentocrazia e una macchina burocratica che va spesso in contraddizione sono priorità che il sindaco e l’amministrazione devono urgentemente affrontare”.