Gela. Per gli investigatori, avrebbe sparato contro i fratelli Antonino Raitano e Ruben Raitano, poi a loro volta arrestati per possesso di armi. Il ventunenne Rosario Trubia è accusato di tentato omicidio. Dopo l’arresto, con la conferma del carcere, si è rivolto ai giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta. E’ stato fermato insieme al padre Vincenzo Trubia e al fratello ventitreenne Giuseppe, ora entrambi ai domiciliari. Ad impugnare l’ordinanza di custodia cautelare è stato il legale del giovane, l’avvocato Nicoletta Cauchi. La difesa punta ad una misura diversa dalla detenzione, mettendo in dubbio anche la ricostruzione degli investigatori. Secondo i carabinieri e i pm della procura, probabilmente il giovane avrebbe fatto fuoco durante una contesa con i fratelli Raitano, rimasti gravemente feriti dopo essere stati raggiunti da colpi di arma da fuoco. I carabinieri, nell’ovile dei Trubia di contrada Fiaccavento, hanno sequestrato una pistola semiautomatica calibro 45.
Nel corso delle verifiche, successive all’arrivo dei Raitano all’ospedale “Vittorio Emanuele”, i militari hanno potuto appurare che anche Vincenzo Trubia aveva una profonda ferita al piede, forse causata da uno sparo. Vicende strettamente collegate, almeno in base a quanto ricostruito dagli inquirenti che stanno valutando inoltre le fucilate contro l’ovile dei Trubia. I sospetti si concentrano sui Raitano e sul trentaseienne Giacomo Tumminelli, scarcerato dopo l’interrogatorio di garanzia. Una serie di presunte ritorsioni, tutte accompagnate dal piombo dei proiettili.