Ritardi Invitalia, aziende locali che rinunciano e area crisi a rischio: “Troppe disfunzioni”

 
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Il senatore Pietro Lorefice

Gela. Come abbiamo riferito la scorsa settimana, il governo nazionale, attraverso il Ministero delle imprese, ha dato risposta ad un’interrogazione firmata dal senatore M5s Pietro Lorefice. Oggi, era prevista l’audizione in commissione industria. Con due diversi avvisi per progetti di investimento sul territorio, attraverso le agevolazioni dell’area di crisi, solo uno è arrivato a destinazione. Lo scenario è del tutto insufficiente e si ripete mentre ad ottobre è in scadenza l’atto integrativo di proroga. Lorefice parla addirittura di aziende locali che rinunciano per i tempi lunghi e le disfunzioni degli uffici di Invitalia (che coordina la procedura) e ministeriali. “Come purtroppo sospettavamo, oggi il Ministero delle imprese guidato da Adolfo Urso ha ammesso gravi ritardi e inefficienze di Invitalia nella messa a terra dei 22 milioni stanziati per l’area di crisi industriale di Gela. La freddezza dei numeri vale più di mille parole. Il ministero, in risposta a un’interrogazione del M5S, ha spiegato che su 12 richieste di finanziamento di progetti imprenditoriali, 7 sono state scartate oppure oggetto di rinuncia da parte delle imprese stesse. Delle 5 rimanenti, soltanto una è stata ammessa, per un finanziamento di 987mila euro. In sostanza a più di un anno dal lancio del secondo avviso di Invitalia, finora è stato messo a terra solo il 4,5% dello stanziamento complessivo per l’area di crisi di Gela. Una situazione inaccettabile, che il M5S aveva intercettato facendone oggetto dell’interrogazione. Erano e sono sin troppo chiare le inefficienze degli iter gestiti da Invitalia. Dai documenti di rinuncia delle imprese, che abbiamo avuto modo di consultare, emergono nitidamente disfunzioni, in particolare le ridondanti richieste di integrazione rivolte da Invitalia alle imprese. Queste lungaggini portano le aziende allo sfinimento, in una fase della nostra storia economica, con 16 mesi consecutivi di crollo della produzione industriale su base annua, in cui la tempestività delle pratiche e la necessità di sburocratizzare sono fondamentali. E risultano fondamentali anche considerando che in tutta Italia sono aperte procedure di finanziamento a sportello. Non possiamo quindi rischiare che queste disfunzioni si trasformino in un blocco ulteriormente paralizzante per la nostra industria”, dice Lorefice.

Il senatore si attende atti concreti dal ministero, a partite da una nuova proroga dei provvedimenti per l’area di crisi, in scadenza ad ottobre.   “Adesso, peraltro, sta per scadere l’accordo di programma all’interno del quale si inquadra il progetto di finanziamento gestito da Invitalia e riteniamo doveroso che il ministero di Urso si svegli e prenda in considerazione una sua proroga, visti gli imperdonabili ritardi alimentati dalle inefficienze della stessa Invitalia”. Il sindaco Di Stefano si è già detto pronto ad inviare solleciti ufficiali ai ministeri competenti. I fondi già spesi per l’area di crisi, che ammontano a poco meno di venticinque milioni di euro, si attestano su una quota assai esigua. Il rischio è di trovarsi davanti ad una nuova incompiuta.

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