Gela. Sono giorni di fine anno sempre più intensi, anche in consiglio comunale. L’ombra lunga del dissesto e di un possibile scioglimento del civico consesso sta creando tante insofferenze, anche politiche. In serata, l’aula torna a riunirsi per una serie di debiti fuori bilancio. Ieri, attraverso il presidente Salvatore Sammito, è stata formalizzata la richiesta all’assessorato regionale agli enti locali, per avere delucidazioni sulla procedura attivata dal dirigente al bilancio Loredana Patti e che entro il prossimo 19 gennaio dovrebbe mettere l’assise civica davanti a misure correttive, che però non troveranno atti finanziari già approvati. Sammito, in queste ore, sta consultando esperti in materia. Non si esclude neanche la possibilità di impugnare la segnalazione del dirigente che di fatto ha attivato la procedura in essere. Il prossimo 9 gennaio, invece, è previsto l’incontro tra l’assise civica e il commissario nominato dalla Regione Angelo Sajeva. “Una nota è stata trasmessa all’amministrazione comunale e ai consiglieri – dice Sammito – mi sono confrontato con il commissario ed è disponibile ad un incontro. Vogliamo capire quali saranno gli effetti di misure correttive, che l’assise civica non si trova nella condizioni di poter proporre. Oppure, nell’eventualità di una relazione che verrà presentata, dobbiamo comprendere su quali cifre e su quali dati dovremmo rapportarci”. I consiglieri non hanno per nulla un quadro chiaro, neanche sull’eventualità di uno scioglimento anticipato. “Ad oggi, compresi esperti e consulenti – aggiunge Sammito – nessuno è stato in grado di fornirci indicazioni dettagliate”.
Il presidente sa che il clima, anche politico, non è dei migliori. “Siamo ogni giorno impegnati per la città e in consiglio le riunioni si susseguono fino alle ultime ore dell’anno. Tutti vogliamo evitare il dissesto e onestamente spero che sulla mozione di sfiducia ci sia un rallentamento e non un’accelerazione. E’ difficile affrontare un tema così delicato come quello della tenuta finanziaria dell’ente avendo la spada di damocle della sfiducia”.