Rischio amianto, 30% operai indotto Eni soffre di deficit respiratori

 
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Gela. Duecento lavoratori dell’indotto della fabbrica Eni sottoposti a controlli polmonari e a spirometrie: a conclusione della prima fase di visite, almeno il trenta percento risulta affetto da deficit respiratori.
Un campanello d’allarme che, a questo punto, verrà ulteriormente valutato attraverso le successive tac, destinate ad individuare la presenza di eventuali placche d’asbesto generate dall’inalazione di fibre d’amianto.
Inoltre, il caso dei lavoratori della fabbrica Eni si dovrebbe trasformare in una vera e propria ricerca scientifica a lungo termine attraverso l’accordo concluso fra gli specialisti locali del Vittorio Emanuele e Giuseppe Di Maria, direttore della scuola di specializzazione sulle patologie dell’apparato respiratorio dell’università di Catania.
“Abbiamo lavorato su tutti questi casi – spiega il responsabile dell’unità operativa semplice di pneumologia del Vittorio Emanuele Antonino Biundo – su impulso degli associati all’Osservatorio nazionale amianto, con in testa Salvatore Granvillano e Franco Famà. La percentuale dei lavoratori risultati in deficit respiratorio non è certamente bassa. Saranno le tac a dirci meglio quale sia la causa di simili esiti. Diversi operai non avrebbero mai immaginato, prima degli accertamenti, di avere problemi di questo tipo”.
Così, gli specialisti del nosocomio locale, anche attraverso l’interessamento del direttore generale dell’Asp 2 Vittorio Virgilio, hanno deciso di sposare il progetto pensato dallo specialista catanese Giuseppe Di Maria.
“Il professore Di Maria – continua Biundo – ha scelto di avviare una vera e propria attività di ricerca scientifica sul caso dei lavoratori della fabbrica Eni. L’intento, in attesa di poter acquisire i necessari fondi, è quello di seguire alcuni di loro lungo un arco temporale più esteso. I controlli verranno effettuati anche su operai che, adesso, non operano più all’interno della fabbrica di contrada Piana del Signore. Sotto questo profilo, non è macata la collaborazione del primario di radiologia Rosario Greco e del funzionario Paolo Gervaso”.
In accordo con i rappresentanti locali dell’Ona Salvatore Granvillano e Franco Famà, i medici dell’equipe locale hanno scelto di effettuare le tac soprattutto sui lavoratori con deficit respiratori ritenuti, comunque, da approfondire. Il rischio asbestosi, infatti, non viene assolutamente trascurato.

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