Gela. “Gino Rinzivillo, a Roma, mi disse che bisognava fare pulizia al paese. Dovevamo uccidere Crocifisso Smorta, Carmelo Billizzi ed Enzo Morso”. “Emmanuello si nascondeva a Scoglitti”. Ad ammetterlo è il collaboratore di giustizia Rosario Vizzini. E’ stato sentito nel corso del giudizio che si sta celebrando ai danni di Luciano Albanelli, Alessandro Ficicchia e Salvatore Blanco, accusati di far parte del nuovo clan che si stava formando sull’asse Gela-Niscemi. “Il piano non andò in porto –ha continuato il collaboratore – perché Smorta e Billizzi decisero di collaborare con la giustizia. Io feci la stessa cosa”. I niscemesi si sarebbero comunque occupati della latitanza del boss Daniele Emmanuello. “Lui si nascondeva nella zona di Scoglitti – ha spiegato l’altro collaboratore Francesco Vella – c’era sempre una donna. Quando si spostava, lo faceva verso Niscemi. Lì, eravamo protetti. Ricordo che i pizzini li faceva girare anche Turi Paletta”. Adesso, nel dibattimento dovrebbero fare ingresso anche le dichiarazioni di Giancarlo Giugno che verrà sentito nel corso delle prossime udienze. Intanto, a quella fissata per il 30 settembre verranno ascoltati i due imprenditori che sarebbero finiti nel mirino del clan.