Gela. Slitta la missione istituzionale della commissione industria del Senato, che la scorsa settimana avrebbe dovuto fare tappa in città per verificare lo stato dell’arte delle misure destinate alle aree di crisi complessa. Gela, dopo la firma del protocollo di intesa di sei anni fa, è stata individuata come area di crisi, anche se gli sviluppi successivi non hanno prodotto alcun risultato, se non il finanziamento di un unico progetto, da coprire con una minima parte dei venticinque milioni di euro stanziati da governo e Regione. Le restrizioni anti-Covid hanno impedito qualsiasi tipo di spostamento. Anche i parlamentari nazionali hanno desistito. “La missione era in programma dal 15 al 17 aprile – dice il senatore grillino Pietro Lorefice che fa parte della commissione – purtroppo, non è stato possibile rispettare il programma. La commissione industria ha un affare assegnato che riguarda proprio la verifica di tutte le aree di crisi complessa italiane, compresa quella di Gela. Non abbiamo ancora certezza su quando sarà possibile recuperare questa missione. Gli accertamenti ritengo vadano effettuati a produzione riavviata. E’ inutile effettuare missioni nelle aree industriali, se gli impianti a causa delle misure anti-Covid vanno avanti a ritmi minimi. In ogni caso, il lavoro sulle aree di crisi prosegue”. Il senatore sta cercando di approfondire anche i contenuti del recente protocollo di intesa, annunciato da Regione e Ministero dello sviluppo economico. Secondo quanto indicato da Palermo, sarebbero stati sbloccati fondi per almeno 430 milioni di euro, da destinare allo sviluppo dell’isola. Una parte delle somme, anche se l’entità non è ancora così chiara, dovrebbe confluire sulle aree di crisi complessa di Gela e Termini Imerese.
Sulla carta, questi nuovi innesti servirebbero a rimpinguare il fondo da venticinque milioni di euro, da sempre ritenuto insufficiente per andare incontro alle esigenze di un territorio in flessione costante e oggi ancora più in difficoltà. “Su questo protocollo sto effettuando delle verifiche – conclude il senatore – anche per capire quali siano gli effettivi stanziamenti disponibili”.