Gela. Un convegno di grande rilievo al Teatro Eschilo ha riunito esponenti del mondo della scuola, della politica e delle imprese per fare il punto sulla Riforma Valditara, che introduce il modello “4+2”. L’iniziativa, ideata dalla dirigente dell’Itis Morselli, Viviana Aldisio, mira a tracciare la strada per una nuova “filiera formativa tecnologico-professionale”.
La riforma prevede la riduzione del percorso scolastico degli istituti tecnici e professionali da cinque a quattro anni, ispirandosi a modelli già adottati in altri Paesi europei. L’intento non è comprimere i piani di studio, ma riprogrammarli completamente per ottimizzare il tempo e migliorare la qualità dell’offerta formativa. Dopo il diploma, gli studenti potranno accedere al mondo del lavoro, all’università o agli Istituti tecnologici superiori (ITS Academy), percorsi biennali di alta specializzazione.
Un punto cruciale è l’integrazione tra scuola, ITS e imprese, per formare giovani altamente qualificati e ridurre il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. Grazie a una maggiore enfasi sull’alternanza scuola-lavoro, sulle attività laboratoriali e sul confronto diretto con le imprese, il modello punta a fornire competenze immediatamente spendibili nei settori tecnologici.
Secondo gli esperti presenti al convegno, questa riforma rappresenta un passo avanti per rafforzare il ruolo degli istituti tecnici, spesso considerati di “serie B”. L’obiettivo è superare questi pregiudizi, offrendo una preparazione solida nelle materie di base – come italiano, matematica e inglese – e al contempo sviluppare competenze specialistiche attraverso una didattica flessibile e mirata.
Grazie a questa sinergia tra scuola, territorio e impresa, il sistema produttivo potrebbe diventare più competitivo, offrendo agli studenti più opportunità di impiego e colmando i gap formativi attuali. Una sfida ambiziosa, ma necessaria per il futuro della formazione e del lavoro in Italia.