Riforma province, il comitato: “il popolo potrebbe scegliere Ragusa o Catania”

 
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Gela. Il comitato di sviluppo dell’Area gelese non si arrende. La spending review non preoccupa i battaglieri promotori del comitato che ha raccolto oltre 18 mila firme per chiedere l’istituzione di Gela provincia. Adesso anche la corte Europa dei diritti umani dà ragione a Filippo Franzone e compagni.

L’assemblea regionale ha violato quattro articoli della Costituzione quando ha rigettato in Prima commissione Affari istituzionali l’ipotesi di una legge da portare all’esame dell’aula. Ecco perchè domani il comitato presenterà un nuovo ricorso a Palermo per chiedere di ripresentare il disegno di legge.

Può sembrare un controsenso ma non lo è. Il contesto infatti è quello di una riforma che ha come obiettivo la riduzione del numero di province da 107 a 60. Ed in Sicilia sono fortemente a rischio Caltanissetta ed Enna, che verrebbero accorpati, con Agrigento e Ragusa ancora in posizioni indefinite.

“In ogni caso noi rivendichiamo un ruolo importante – spiega Filippo Franzone – nell’ipotesi di una fusione tra province spetta ai singoli comuni scegliere liberamente dove andare. Solo a questa condizione noi potremmo valutare l’accorpamento tra le province in questione anche perchè ricordo sempre che la sola Gela è la città più popolosa del territorio”.

Il decreto Monti, che è suscettibile di tante altre variazioni, prevede che per mantenere in vita una provincia occorre una popolazione residente superiore ai 350 mila abitanti, un’estensione di 3mila chilometri quadrati e almeno 50 amministrazioni comunali nel territorio.

Il comitato è pronto a battagliare nell’ipotesi in cui la politica proverà a decidere nelle segrete stanze dei deputati di turno. “Faremo valere le nostre 18.091 firme di cittadini che chiederanno un referendum consultivo. Se proprio dobbiamo rinunciare all’istituzione della nostra provincia allora vogliamo essere noi a scegliere con chi stare”. Magari Catania o Ragusa.

Il libero consorzio tra comuni oggi appare la soluzione maggiormente praticabile. Licata e Piazza Armerina stanno ancora con Gela, ma il percorso appare tortuoso. 

 

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