Gela. “La linea del Movimento cinque stelle sui servizi pubblici è sempre stata quella di garantire la gestione diretta del Comune. Probabilmente, chi solleva altre soluzioni lo fa solo a titolo personale”. L’ex consigliere comunale grillino Angelo Amato ritiene che la soluzione adottata dal commissario Rosario Arena, almeno rispetto alla sosta a pagamento, sia quella più adatta. “Affidare il servizio alla Ghelas è stata una delle poche decisioni del commissario che condivido – continua – in tutte le principali città del nord Italia, servizi di questo tipo vengono direttamente gestiti dalle grandi municipalizzate e sono servizi che fruttano introiti ai Comuni. Invece, sento ancora parlare di gare e affidamenti, peraltro sotto elezioni, ma per avvantaggiare chi?”. Amato prende le distanze anche dagli altri ex consiglieri comunali pentastellati che invece non sembrano condividere la soluzione assunta da Arena, che mette a rischio il futuro di otto lavoratori.
“Il servizio può essere gestito da Ghelas e con l’inserimento di una clausola sociale si possono preservare gli otto posti di lavoro degli operatori che si occupano di queste attività. Il sindacato e la politica come mai si svegliano solo adesso e invece non hanno preso posizione quando sono stato tra i pochi a chiedere di internalizzare anche altri servizi come la raccolta rifiuti e il trasporto disabili? – conclude – invece si preferisce che siano imprenditori privati a fare profitti e a concedere solo quello che rimane alle casse del Comune”. Le parole di Amato tracciano una profonda differenza di vedute, soprattutto politiche, rispetto ad altri grillini locali che con lui hanno condiviso tre anni di attività consiliare.
I servizi pubblici debbono essere in mano pubblica, perché non è possibile che con gli investimenti pubblici, cioè con i soldi dei cittadini: le aziende private fanno profitti nell’interesse dei privati. Quando poi tutta quella risorsa è stata pompata o spompata, si cercano di nuovo le tasche dei cittadini che sono peraltro vuote, per effetto della sottovalutazione del problema o del problema ignorato. ( Sempre con l’aggravante in più.)