Gela. Una serie di verifiche scattate alla presenza dei tecnici regionali dell’Arpa. Verifiche a Piana del Signore e Priolo Sottano. Al centro dei sopralluoghi, l’individuazione di aree, in passato utilizzate anche come siti per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi. I tecnici della regione, nelle scorse ore, hanno ispezionato diverse zone della città, soprattutto quelle più periferiche e a ridosso dell’area industriale. Le ispezioni sono state organizzate dopo la richiesta di estendere le attività di bonifica finanziabili ben oltre i confini già perimetrati del sito d’interesse nazionale. Una proposta avanzata dalla Lipu locale e dai responsabili della Riserva orientata Biviere, tra le parti in causa del tavolo tecnico avviato proprio alla Regione. Così, le verifiche sono state effettuate in un ex discarica a Settefarine, probabilmente comunale, ma anche a Piana del Signore e in contrada Priolo Sottana. In quest’ultimo caso, si ritiene che un’ex cava d’inerti possa essere stata utilizzata per intombare rifiuti pericolosi e scarti della lavorazione d’idrocarburi. “I tecnici della regione e quelli della provincia – spiega Emilio Giudice direttore della Riserva orientata Biviere – hanno voluto verificare di persona dopo aver visionato la cartografia che noi stessi abbiamo presentato con una perimetrazione differente rispetto ai siti da bonificare. Riteniamo, infatti, che le bonifiche vadano effettuate non solo all’interno del Sito d’interesse nazionale, corrispondente alle aree utilizzate da Eni, ma a tutti quei siti che, soprattutto in passato, sono stati utilizzati anche abusivamente per stoccare rifiuti pericolosi. Nella nostra cartografia, le bonifiche riguardano tutti i siti trivellati dai tecnici Eni nel corso degli anni, compresi quelli che non hanno prodotto risultati sul fronte dell’estrazione”.
Ex cave per intombare rifiuti pericolosi. Il sospetto, infatti, riguarda soprattutto l’eventuale esistenza di discariche abusive che possano ancora ospitare rifiuti pericolosi, oramai interrati. “In assenza di regole e controlli – aggiunge Giudice – molti siti, in passato, si prestavano a smaltire illecitamente rifiuti industriali pericolosi”. Ai sopralluoghi ha partecipato l’assessore Simone Siciliano, in rappresentanza della giunta comunale. Il vice sindaco ha sposato la necessità di avviare interventi di bonifica che si estendano oltre il Sin locale. Giovedì, le parti si rivedranno al tavolo di confronto regionale in vista del vertice ministeriale del prossimo 18 febbraio. Tra i punti interrogativi, almeno sul fronte dell’inserimento fra i siti da bonificare, c’è quello dell’ex centro olii che Eni realizzò, per poi dismettere, su un tratto del lungomare Federico II di Svevia, dove oggi sorgono lidi balneari e club storici. “Noi riteniamo – conclude Giudice – che quest’area vada inserita tra quelle da bonificare, sia che venga finanziata attraverso il Sin sia che si proceda con il piano regionale delle bonifiche”.