Gela. La salma di Mariangela Trainiti, l’ex catechista di 40 anni, deceduta lo scorso settembre mentre era ricoverata presso l’ospedale di Pedara, è stata riesumata. Ieri mattina, all’obitorio di Farello, il medico legale che opera per la magistratura di Catania, Giuseppe Ragazzi, ha eseguito l’autopsia al corpo privo di vita della donna.
A chiedere l’esame autoptico sono stati i familiari di Mariangela Trainiti, per cancellare ogni sospetto su eventuali responsabilità dei medici dell’ospedale di Pedara.
Non trapelano indiscrezioni sui primi accertamenti dell’esame effettuato ieri da Giuseppe Ragazzi, chirurgo e responsabile di medicina legale, che entro un mese chiarirà ogni sospetto anche su un presunto caso di malasanità nel catanese.
Presso l’obitorio del cimitero Farello si sono recati i familiari più stretti alla vittima con in prima fila, il vedovo della sfortunata donna, Maurizio D’Aparo. Volti scuri e bocche cucite per il momento.
Tutti sconvolti per la prematura e ancora inspiegabile dipartita della quarantenne. Secondo le prime indiscrezioni il referto medico aveva attribuito le cause del decesso a problemi al cuore che lentamente ha cessato di battere. L’autopsia al cadavere è durata circa un’ora, dalle 17 alle 18. Il corpo di Angela Trainiti è stato ricollocato nella bara prima di trovare la sepoltura, probabilmente definitiva.
La donna, era madre di tre figli, due femmine di 16 e 14 anni, e un maschietto di 12. In vita aveva avuto modo di farsi apprezzare per le sue doti umane e il sorriso. Era stata vicina alla comunità religiosa dei frati del convento di Sant’Agostino che, anche dopo i suoi funerali, avevano deciso di ricordarla con una funzione religiosa.
Presso i frati agostiniani aveva seguito un percorso catecumenale prima di allontanarsi a causa dell’avanzare della sua malattia che l’aveva costretta al ricovero ospedaliero sfociato con l’improvviso e prematuro decesso.