Gela. Più che un ricorso supportato da effettive ragioni normative, si tratterebbe di una scelta quasi esclusivamente politica. Il commissario cittadino di DiventeràBellissima Michele Orlando sintetizza così la decisione dell’amministrazione comunale, adesso supportata da un delibera di giunta, di chiedere l’annullamento del provvedimento di definanziamento dei trentatré milioni di euro del Patto per il Sud, passando dai magistrati del Tar Palermo. Una forzatura, che secondo Orlando sarebbe stata favorita dall’insistenza del Pd locale. “Se non vi fosse stato da parte dell’assessore regionale competente, nonché personalmente del presidente della Regione Nello Musumeci, un assoluto impegno a ripristinare l’assegnazione dei fondi in favore della città di Gela, si sarebbe potuta comprendere un’azione legale, per quanto labilmente fondata su una dubbia illegittimità dell’atto assessoriale, a ragione della mancanza di un previo parere consultivo della competente commissione bilancio, comunque ben rimediabile in sede di autotutela – dice l’avvocato Orlando – al di fuori di questo motivo di impugnazione non si vedono quali altre ragioni dovrebbero essere valutate dal Tar che, allo stato degli atti, potrebbe solamente emettere un provvedimento di sospensione, disponendo l’integrazione del parere, ma nulla potendo eccepire sulle ragioni per cui i fondi sono stati dirottati, essendo ben noto che le cause sono da imputare alla responsabilità di chi ha omesso di ottemperare alla redazione e all’esecuzione dei progetti e a vigilare che i termini e le diffide della Regione non decadessero”. Il commissario cittadino del partito di Musumeci, in più occasioni, ha spiegato che le vere responsabilità vanno accertate in municipio. Allo stesso tempo, ritiene che il sindaco Lucio Greco si sia fatto troppo condizionare dal volere politico del Partito Democratico, che con il segretario cittadino Peppe Di Cristina ha da subito spinto per arrivare al ricorso, contro quello che i dem ritengono uno scippo ai danni della città. “Dietro alla decisione della giunta, peraltro non unanime, c’è la mano forte di una componente politica che da subito avrebbe voluto impugnare al Tar il provvedimento assessoriale. Il Pd locale, per voce del segretario Peppe Di Cristina, si è detto pronto ad agire in giudizio, anche direttamente, dinanzi all’inerzia del Comune – continua – durante le festività natalizie e sotto l’albero il Pd ha ottenuto che la giunta deliberasse per il ricorso. Non sappiamo se ritenesse debole la propria legittimazione attiva a proporre l’azione oppure, malignando, si potrebbe pensare che l’impugnazione amministrativa fosse troppo costosa per presentarla in proprio. Ecco allora che le casse del Comune si sono aperte per depositare il ricorso, deliberando circa ottomila euro di spese per la copertura della nomina del legale. La delibera della giunta comunale è più un atto politico che una decisione fondata su ragioni di diritto, visto che tutta la politica, locale e regionale, è impegnata a non far perdere i fondi destinati alla città. Avviato l’iter del ricorso sappiamo che l’amministrazione spenderà fra i 30 e i 50 mila euro, con un esito incerto”.
Invece, secondo Orlando, sindaco e assessori farebbero meglio a vigilare sul rispetto del termine, concesso dal governo regionale, così da consentire il deposito di tutti i progetti cantierabili. “E’ più urgente conoscere se con certezza – conclude il commissario cittadino – l’amministrazione sarà in grado di presentare e rendere esecutivi i progetti per i finanziamenti, entro i centoventi giorni”.
Il vostro presidente ha tradito Gela.