Ricordate le vittime della strage di contrada Apa, carabinieri rendono omaggio

 
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Niscemi. Nella mattinata di ieri, nella Chiesa Madre di Niscemi, si è svolta la cerimonia di commemorazione del 76° anniversario dell’uccisione di tre carabinieri, avvenuta in contrada Apa, la notte del 16 ottobre 1945, ad opera di una banda di criminali. All’indomani dello sbarco alleato, riemerse in Sicilia il fenomeno del banditismo. Le nutrite bande di criminali, tutte ben armate, controllavano ampie zone di territorio, compiendo omicidi, rapine, furti, estorsioni ai danni di agricoltori e proprietari terrieri. Gli eventi bellici avevano fornito la possibilità di munirsi di veri e propri arsenali composti da mitragliatrici pesanti e leggere, mitra, fucili automatici, pistole, bombe a mano ed esplosivi di vario genere. Specie nelle zone più isolate della Sicilia, la carica intimidatrice esercitata dai banditi nei confronti dei cittadini non permetteva a nessuno di rifiutargli un rifugio, viveri e cavalli. Nel niscemese, dal 1943, operava la banda capeggiata da Rosario Avila, detto “Canaluni”, inizialmente aggregatasi al Movimento per l’Indipendenza della Sicilia ma poi ripudiata proprio per l’efferatezza e la ferocia dei suoi crimini. La sera del 16 ottobre 1945, la banda arrivò in una masseria di contrada Apa. Nella fattoria erano riuniti alcuni contadini intenti a riposarsi e conversare. Alla vista dei criminali armati fino ai denti, nessuno ebbe il coraggio di rifiutare loro un nascondiglio per la notte e qualcosa da mangiare. Nel frattempo, sette carabinieri del Nucleo mobile anti banditismo di Niscemi stavano perlustrando quella zona e accortisi della presenza di persone nel casale, li identificarono. Mentre i militari erano intenti a controllare i documenti dei contadini, i malviventi ebbero modo di uscire da una finestra posteriore e di organizzare un’imboscata. I banditi, al riparo, fuori dalla portata di tiro dei carabinieri, muniti di una mitragliatrice leggera, di fucili mitragliatori e di bombe a mano, scaricarono una serie di colpi sugli uomini dell’Arma che si difesero strenuamente rispondendo al fuoco con il moschetto in dotazione. L’appuntato Michele De Miceli, originario di San Michele di Ganzaria in provincia di Catania, il carabiniere Rosario Pagano, di Ventimiglia di Sicilia in provincia di Palermo e il carabiniere Mario Paoletti di Teano in provincia di Caserta, rimasero uccisi nel cruento scontro a fuoco, mentre gli altri quattro riportarono diverse ferite. I tre caduti sono stati decorati con la Medaglia al valore militare “alla memoria”, inoltre, all’appuntato De Miceli e al carabiniere Rosario Pagano sono state intitolate rispettivamente le caserme di San Michele di Ganzaria e di Ventimiglia di Sicilia.

Ieri mattina, a 76 anni da quell’eccidio, su iniziativa del Comando Provinciale Carabinieri di Caltanissetta e dell’Ispettorato Regionale della “Associazione Nazionale Carabinieri”, è stata rinnovata la memoria del drammatico evento. Alle ore 10.00, nella Chiesa Madre di Niscemi è stata celebrata dal parroco don Massimo Ingegnoso una Santa Messa in suffragio delle anime dei tre Carabinieri caduti. Alla semplice ma toccante cerimonia commemorativa hanno partecipato il Comandante del Reparto Territoriale dei Carabinieri di Gela Ten. Col. Ivan Boracchia, le Autorità civili e militari della provincia di Caltanissetta, le Associazioni Combattentistiche e d’Arma e una rappresentanza di Carabinieri in servizio ed in congedo.

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