Gela. La sintonia con il leader M5s Giuseppe Conte non c’è affatto e non è una novità. Ieri, nel corso dell’assemblea nazionale di Italia Viva, l’ex premier Matteo Renzi ha comunque confermato che l’intenzione è di costruire un centrosinistra plurale che non si fermi davanti ai “veti” di Conte e dei grillini. Ormai da tempo, nonostante il recente stop in Liguria, Italia Viva guarda proprio al centrosinistra e le interlocuzioni preferenziali sono con la testa del Pd, con il segretario nazionale dem Elly Schlein. A Roma, ieri, sono intervenuti tanti dirigenti renziani, oltre al leader indiscusso. Il riferimento provinciale del partito, Giuseppe Ventura, ha a sua volta preso la parola davanti ai tanti delegati arrivati nella capitale. Quello dell’ex assessore e consigliere comunale è stato un appoggio pieno a Renzi e al partito. Ha voluto incentrare il suo discorso sulla cronistoria forse più rappresentativa per la città. Ha infatti rivendicato i meriti di Renzi, all’epoca presidente del consiglio, che “impedì la chiusura della raffineria Eni e impose la riconversione green”. “Oggi la storia ci dà ragione – ha aggiunto Ventura – abbiamo la bioraffineria più importante d’Europa e addirittura il polo di Livorno, che allora sembrò essere favorito dalle scelte di Renzi, spinge a sua volta per la riconversione. Abbiamo un sito che dà prospettive e a breve partirà la piena produzione di gas con “Argo-Cassiopea” che rafforzerà le riserve nazionali. La narrazione di quel tempo, invece, fu distorta. Renzi non ha chiuso la raffineria ma anzi ha compreso quali potenzialità potesse avere un polo industriale riconvertito”.
Il riferimento territoriale di Iv non ha mancato, visto il periodo, di soffermarsi sulle invettive di Conte e del Movimento cinquestelle. “In vista delle recenti amministrative gelesi – ha continuato – sono stato riempito di messaggi del coordinatore regionale M5s Di Paola che mi chiedeva in continuazione di fare un’alleanza. Io ho detto no perché non dimentichiamo la narrazione distorta che ci fu contro Renzi e i renziani. Dopo il protocollo d’intesa che sancì la riconversione, quella giunta renziana si presentò alle amministrative e perse al ballottaggio. Ci accusarono di aver distrutto una città e un territorio, facendo chiudere la raffineria. Addirittura, era quasi impossibile pronunciare il nome di Matteo Renzi. Oggi, però, tutto è cambiato. Noi valiamo non perché abbiamo i voti ma perché siamo capaci di governare. Alle amministrative gelesi abbiamo presentato la nostra lista. Abbiamo superato la soglia di sbarramento, con gli stessi voti del Movimento cinquestelle che invece sul territorio ha due senatori e un deputato regionale che è anche vicepresidente vicario dell’Ars e coordinatore siciliano”. Ventura non ha dimenticato di richiamare il risultato di Iv, in città, per le politiche del 2022, “con il 19 per cento”. Scendendo dal palco romano ha stretto la mano allo stesso Renzi che ascoltava il suo intervento. Quella di Italia Viva sembra una parabola politica, che indipendentemente dai rapporti tesi con i grillini, potrebbe convolare in direzione di un “campo largo” di centrosinistra e progressista. Sarebbe una direzione del tutto differente da quella che il partito ha seguito alle amministrative, quando ha sostenuto il patto con il centrodestra per la candidatura a sindaco dell’ingegnere Grazia Cosentino. Lo stesso Ventura, all’indomani dell’esito delle urne, ha subito precisato che il partito non è nel centrodestra.