Gela. “La sperimentazione è tutt’ora in corso”. Eni ha scelto terreni in Tunisia per coltivare ricino, dal quale ottenere olio destinato alla green refinery di contrada Piana del Signore. E’ uno dei particolari che emerge dalle risposte che i manager della multinazionale hanno fornito nel report su tutti i quesiti avanzati dagli azionisti del cane a sei zampe, in vista dell’assemblea del gruppo di domani, nel corso della quale verrà ufficializzata la conferma alla guida dell’amministratore delegato Claudio Descalzi. L’azienda, enti di ricerca tunisini e l’Università di Catania stanno portando avanti il progetto che prevede l’uso dell’olio di ricino nel processo di produzione dei biocarburanti. Una richiesta specifica in tal senso è stata avanzata dagli azionisti critici dell’associazione “A Sud”, che insieme al Centro di documentazione conflitti ambientali hanno anche redatto il rapporto “Follow the green”. “Dalle prime risultanze, ci attendiamo rese in olio di 2,5 T/ha con piante a regime, circa tre anni dopo la semina”, si legge tra le informazioni fornite da Eni. Si potrebbe arrivare a coltivare estensioni fino a diecimila ettari, anche se l’entità potrebbe aumentare, in base ai risultati. L’intera produzione è destinata alla raffineria green di contrada Piana del Signore.
Secondo l’azienda, che cita “uno studio terzo”, questo tipo di progetto ridurrebbe l’impatto di Co2 almeno del 70 per cento rispetto ai carburanti fossili. Il trasporto avverrebbe via nave verso Palermo. I carichi arriverebbero poi tramite container allo stabilimento locale. In base alla richiesta degli azionisti critici di “A Sud”, è emerso che i terreni in nord Africa sono stati affittati appositamente per la sperimentazione del ricino.
ma perché l’Eni di Gela non a fatto lavorare i terreni di Gela .c’entra di nuovo la politica .l’agricoltura Telese non era buona ?