Gela. Una perizia sulle intercettazioni che sarebbero alla base dell’intera indagine. Un termine ulteriore è stato concesso all’esperto nominato nel dibattimento scaturito da accuse, tutte incentrate
su presunte richieste di denaro per il rilascio di permessi lavorativi in raffineria.
La perizia sulle intercettazioni. L’indagine scattò dopo le prime denunce, risalenti addirittura ad otto anni fa. Le presunte richieste estorsive sarebbero comunque precedenti. A giudizio, ci sono operatori Eni ma anche ex responsabili di aziende dell’indotto. La contestazione principale mossa è quella di tentata estorsione. A risponderne sono Rocco Romano, Cono Maugeri, Alberto Scibetta, Giacomo Iozza, Vincenzo Izzia e Salvatore Minacapelli. Gli imputati hanno sempre escluso irregolarità o richieste di denaro non dovute, descrivendo iter assolutamente trasparenti per il rilascio dei permessi lavorativi tra gli impianti della raffineria Eni di contrada Piana del Signore. Intanto, il giudice Miriam D’Amore non ha escluso la possibilità di valutare anche l’eventuale prescrizione. Nel pool di difesa ci sono gli avvocati Antonio Gagliano, Flavio Sinatra, Fabrizio Ferrara, Rocco Guarnaccia, Raffaella Nastasi, Vincenzo Vitello e Giusy Troni.