Gela. I 115 mila euro trovati e sequestrati da carabinieri e finanzieri all’interno di un’abitazione, durante controlli in città, vanno restituiti. I giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta hanno accolto il ricorso presentato dai legali dei due coniugi, ai quali sarebbero riconducibili i soldi (tutti in contanti) trovati nell’appartamento. Un’ingente somma di denaro che secondo gli investigatori sarebbe riconducibile ad una presunta evasione fiscale. Il mini tesoretto è saltato fuori mentre le forze dell’ordine effettuavano verifiche e accertamenti, successivi agli attentati incendiari delle scorse settimane. I coniugi hanno la disponibilità di un’attività commerciale, avviata lungo via Venezia e intestata ad una delle figlie. Gli avvocati Salvo Macrì e Rosario Prudenti, che li rappresentano, hanno impugnato il provvedimento di sequestro ottenendo un verdetto favorevole dai giudici nisseni del riesame. Nel corso di una lunga esposizione dei fatti, sostenuta da un consulente (il commercialista Salvatore Sauna), hanno spiegato che le somme sequestrate in realtà non avrebbero nessun collegamento con possibili violazioni delle norme fiscali.
Tra le accuse mosse c’è quella di ricettazione. Sarebbero soldi accantonati anche per pagare i fornitori dell’attività commerciale di famiglia e in ogni caso non verrebbe superata la soglia di punibilità, quella che fa scattare procedimenti penali per evasione fiscale. In base a quanto sostenuto dai legali, non ci sarebbe alcuna origine illecita. I giudici del riesame hanno accolto le richieste, disponendo il dissequestro dei soldi. Le motivazioni verranno rese note nei prossimi giorni.