Gela. “Le autocandidature non mi piacciono. Sono più per scelte di squadra. Comunque, la mia disponibilità rimane”. Il deputato regionale grillino Nuccio Di Paola, in tempi non sospetti, ha dato la piena disponibilità a correre per la presidenza della Regione. Inizialmente, è parsa una mossa, quasi isolata. In realtà, il parlamentare grillino ha dimostrato di avere riscontri. In questo inizio d’anno, ha messo a segno due “colpi” politici non da paco. Nell’arco di una manciata di giorni, ha ottenuto la presidenza del gruppo parlamentare del Movimento cinquestelle e ha battuto pure il presidente della Regione Nello Musumeci, nella conta dei voti per i grandi elettori siciliani, che saranno chiamati ad esprimersi sul nome del nuovo presidente della Repubblica. Non erano esiti scontati e probabilmente confermano che sul suo nome si potrebbero creare delle convergenze. “Chiaramente, non basta proporre la disponibilità – dice ancora – sono scelte collegiali, che si fanno tutti insieme. Il voto sui grandi elettori, di certo ha rafforzato l’asse che lega Pd e Movimento cinquestelle, ma non solo. In città? E’ chiaro che stiamo lavorando anche nei territori per rendere questo asse politico, ancora più forte”. Di Paola, nella politica attiva, ha esordito come assessore (seppur per pochi mesi) nella prima giunta grillina del 2015, con a capo l’ex sindaco Domenico Messinese (allora del Movimento cinquestelle). Comunque, non fa fughe in avanti. “Ho sempre pensato che la Sicilia abbia bisogno di un allenatore e non di prime punte – aggiunge – anche l’attuale presidente Nello Musumeci si credeva una prima punta e i risultati non si sono per nulla visti. Anzi, sta mettendo in discussione la sua giunta solo perché è stato sconfitto dal candidato delle opposizioni, nella votazione sui grandi elettori. Mi sarei aspettato, invece, che decisioni simili le assumesse prima, ma per problemi ben più gravi”. Per Di Paola, che è stato tra i primi ad aver denunciato gli effetti sul territorio dell’emergenza rifiuti, il caso è tutt’altro che risolto.
“L’emergenza non è stata risolta, così come tante altre situazioni allarmanti – dice ancora – ritornerò a chiedere spiegazioni e a pungolare. Quale sarà il destino di Timpazzo, ancora nessuno lo sa. Peraltro, sono stati chiusi i bandi per quelli che Musumeci ha battezzato come termo-utilizzatori. Nessuno però ne sa nulla. Non è stato possibile valutare gli atti”.