Razionalizzazione e interventi per efficientare le dighe siciliane, ci sono anche quelle locali

 
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Palermo. Rendere efficienti le dighe per accumulare il più alto volume possibile di risorse idriche e non farsi trovare impreparati nel caso di precipitazioni significative. Con questo scopo l’Autorità di bacino della Presidenza della Regione Siciliana ha chiesto con una lettera a tutti gli enti gestori degli invasi della Sicilia di accelerare gli interventi volti a eliminare le limitazioni di riempimento vigenti e ad aumentare la possibilità di accumulo dell’acqua. L’iniziativa nasce dalla considerazione che nell’Isola soltanto 18 bacini (dei 38 attivi) funzionano a pieno regime. Gli altri 20 risultano, invece, soggetti a limitazioni che ne riducono la capacità. Nel dettaglio, le limitazioni riguardano le dighe: Arancio, Castello, Lentini, Ragoleto, Piana Degli Albanesi, Pozzillo, Villarosa, Don Sturzo, Nicoletti, Rubino. Dieci invasi, invece, sono caratterizzati da un utilizzo in esercizio sperimentale: Cimia, Disueri, Furore, Laghetto Gorgo, Olivo, Rosamarina, Scanzano-Rossella, Sciaguana, Trinità, Garcia.

L’Autorità di bacino, quindi, chiede di ottimizzare il funzionamento degli invasi, di relazionare sullo stato di attuazione dei piani operativi già redatti, accelerando l’avvio di quelli ancora fermi, e di procedere con urgenza alla redazione di progetti specifici per quelli ancora sprovvisti. Particolare attenzione dovrà essere rivolta, infine, al problema dell’interrimento, cioè l’accumulo di materiali e di sedimenti, che in molti casi intasa gli scarichi.

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