Raid all’Ufficio del lavoro, nel giudizio adesso spunta il padre dell’imputato

 
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Gela. Una violenta aggressione ai danni di alcuni operatori dell’ufficio del lavoro di via Pignatelli e, adesso, il legale di parte civile ha chiesto che la procura valuti anche la posizione del padre dell’imputato.

A rispondere di quei fatti, andati in scena nell’aprile di tre anni fa, è Salvatore Argintieri.
Il processo a suo carico si sta tenendo davanti al giudice Chiara Raffiotta. Una serie di testimoni, compresi gli agenti di polizia intervenuti sul posto, sono stati sentiti, rispondendo alle domande del pubblico ministero Pamela Cellura e dei legali delle parti. Hanno confermato la presenza di diverse chiazze di sangue sul pavimento delle stanze, teatro delle violenze. Due operatori che sarebbero stati aggrediti dall’imputato si sono costituiti parte civile con l’avvocato Salvo Macrì. Argintieri, invece, è rappresentato dal legale Giuseppe Simonetti.
Durante la ricostruzione fornita in aula dai testimoni, il legale di parte civile ha chiesto di approfondire la posizione di Antonio Argintieri, padre del’imputato, che sarebbe stato presente durante la visita all’ufficio del lavoro. Secondo la parte civile avrebbe facilitato l’azione del figlio. I testimoni sentiti hanno confermato di aver subito ferite a causa dell’inattesa aggressione. Adesso, nuovi spiragli d’accusa potrebbero aprirsi dopo la richiesta giunta dal legale di parte civile.

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