Raffineria verde: “Mantenere una delle ciminiere, è simbolo dell’identità industriale”

 
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Gela. Una testimonianza del passato industriale della città, da mantenere. Per anni, si è discusso delle sorti dei camini di Eni, che da decenni sono una presenza fissa nell’immagine del tessuto urbano. Nei programmi dell’azienda, che sta investendo sul decommissioning di impianti e sistemi ormai non più necessari al processo della green refinery, c’è anche la demolizione dello Snox. Le attività sono in corso e si prevedono interventi, in base ad un protocollo firmato con il Ministero della transizione ecologica, anche su altri ex perni del processo produttivo tradizionale. C’è chi ritiene che per mantenere l’immagine della presenza industriale in città, almeno una delle ciminiere debba rimanere. Lo spiega il consigliere comunale di “Un’Altra Gela” Vincenzo Cascino. “Sarebbe importante mantenere uno di quei camini – spiega – anche come riferimento di una certa storia industriale. La presenza di queste attività ha sicuramente avuto un impatto sulla salute ed è giusto che la città venga risarcita, ma è anche simbolo di un cambiamento epocale, il passaggio da un territorio quasi esclusivamente rurale ad uno industrializzato”. Secondo Cascino, tra alti e bassi, l’industria ha definito una parte dell’identità di questo territorio. “Ormai, il processo produttivo green ha determinato un abbattimento delle attività pericolose per l’ambiente ed era assolutamente giusto che si arrivasse a questa trasformazione – conclude – penso però che ciò che ha rappresentato l’industria per questa città vada anche salvaguardato, in termini di architettura industriale e quindi mantenendo perlomeno un’immagine, che è ormai nella nostra storia”.

L’azienda sta andando avanti nel percorso di totale riconversione, concentrato quasi esclusivamente sulla produzione di carburanti sostenibili, oltre ai progetti sul gas del comparto upstream.

3 Commenti

  1. Semplicemente sconvolto…Al posto di obbligare l azienda che ha creato un disastro, di demolire tutto ciò che non serve e per di più è e sarà sempre più pericoloso dal punto di vista strutturale.
    Tra l’altro con soldi nostri… Visto che i fondi per la decarbonazione europei li finanziato noi…pre lo meno potrebbe rimediare con un monumento alla memoria di tutte le vittime…considerando che ne ha causato a Gela più che della grande guerra.
    Poi vorrei capire perché Gela non poteva avere uno sviluppo diverso da quello industriale…come tutte le altre città con anche meno potenzialità..! Ma ah…

  2. Se è solo per ricordare o meglio ancora la memoria di quella che è stata una industrializzazione di Gela, oggi che non c’è più nessun Impianto e nessuna emissione di fumi. Io sono d’accordo a fare rimanete le torri.

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