Raddoppio consortile, Lorefice: "Somme individuate per coprire i costi ulteriori ma lavori ancora fermi"
Man mano, sono maturate ragioni di copertura economica, causa l'aumento dei costi rispetto a quelli originariamente sanciti

Gela. Sulla carta, è uno degli interventi determinanti nel ciclo della depurazione locale. Il cantiere per il raddoppio del depuratore consortile, nell'area di raffineria, è fermo però da anni. Il vincolo principale è quello dei costi in aumento rispetto alle previsioni iniziali. Da tempo, la vicenda è seguita dal senatore Pietro Lorefice, che più volte si è rivolto agli uffici regionali, attraverso accessi agli atti, così da avere la necessaria documentazione. “Da poco, mi è stato comunicato che sono stati individuati i fondi per coprire i costi ulteriori dell'opera, seppur distribuiti su più annualità – spiega Lorefice – al contempo, nella risposta, si precisava che i lavori sarebbero ripresi a stretto giro. A distanza di un mese dalla nota che ho ricevuto, da quello che mi risulta le attività nel cantiere non sono ancora in corso”. Mesi addietro, ci furono incontri svolti anche dall'amministrazione comunale. Il raddoppio del consortile permetterebbe di avere un'opera fondamentale anzitutto su un piano ambientale e di salvaguardia. Il cantiere, in capo alla Regione, è andato incontro a diversi stop, compreso quello per un'inchiesta che toccò l'azienda impegnata nell'appalto. Man mano, sono maturate ragioni di copertura economica, causa l'aumento dei costi rispetto a quelli originariamente sanciti. In totale, almeno cinque milioni di euro in più. “La Regione continua ad avere tempi non compatibili con le soluzioni reali – conclude Lorefice – ho inoltrato una nuova nota per capire quale sia la ragione dei ritardi nella ripresa dei lavori”.
In foto il cantiere per il raddoppio del depuratore consortile